Italia: una Università di record

La situazione gravissima dell’Università italiana – ulteriormente e tragicamente aggravata dalla attuale proposta di legge del Governo – richiede la conoscenza minima di alcuni dati di partenza:

La spesa per l’Università in rapporto al PIL:

Giappone 2,98% – USA 2,80% – Germania 2,53 % – UE 1,94% – Italia 1,04% (penultima in Europa prima della Grecia)

Crescita del finanziamento dal 1995:

1995: 4,3% – 1996: 26,3% – 1997: 8,5% – 1998: 4,1% – 1999: 2,4% – 2000: 6,3% –
2001: 5,2% – 2002: 2,0% – 2003: 0,2%.

Crescita degli studenti:

Nel ventennio dal 1983 al 2003 la popolazione universitaria italiana è quasi raddoppiata, passando da 1.097.000 a 1.801.000 studenti. Nella stesso periodo il finanziamento si è ridotto e la percentuale di fuori corso si è elevata, passando – nel 2003 – al 36% degli studenti iscritti. L’Italia è tra gli ultimi paesi europei per percentuale di cittadini laureati tra i 25 ed i 34 anni.

Rapporti di lavoro dentro l’Università:

Molti degli insegnamenti sono tenuti da docenti a contratto, che ricevono una retribuzione media di circa 700 euro a modulo. Dunque, molti dei docenti dell’Università – impegnati tutto l’anno con lezioni, ricevimenti, esami, lauree – sono retribuiti circa 400 euro al mese. Anche i ricercatori – in particolare nei primi anni di servizio – ricevono stipendi assolutamente al di sotto della media europea, intorno ai 1100 euro al mese. Il nuovo personale amministrativo è spesso reclutato, per necessità, in forme precarie.

In relazione a tutto ciò, cosa propone la legge delega del Governo:

– Blocco del rifinanziamento dell’Università, ovvero: meno soldi per edilizia universitaria, case e mense per gli studenti, laboratori, forme di tutorato.

– Messa ad esaurimento del ruolo di ricercatore: senza i ricercatori – docenti di fatto e di diritto – la riforma del 3+2 non si sarebbe potuta attivare; i ricercatori compiono attività didattica in tutte le Facoltà ed in tutti i Corsi di Laurea.

– Introduzione della figura di ricercatore precario: con un contratto prorogabile fino a 8 anni, viene creata la figura del ricercatore contrattista, abilitato ad attività didattica integrativa, pagato 1000 euro al mese e con un trattamento pensionistico minimo. Quale tra i giovani ricercatori vorrà giungere – nella migliore delle ipotesi – ai 40 anni senza un posto fisso, nessuna certezza lavorativa e previdenziale? Inoltre l’intera carriera universitaria, nel “disegno” del Governo, viene precarizzata in modo talora grottesco.

– Separazione tra didattica e ricerca: la nuova figura di ricercatore contrattista non prevede requisiti minimi di qualità professionale (come il dottorato di ricerca). Ciò significa di fatto separare la didattica dalla ricerca di base, ovvero: docenti meno qualificati formeranno studenti sempre meno capaci di competere nel mondo del lavoro. Tutti più poveri di sapere e di futuro.

– Abolizione del tempo definito: fino ad oggi i professori universitari impegnati come professionisti in vari campi dovevano optare per il tempo definito, con una riduzione dello stipendio e la rinuncia alle cariche direttive nell’Università. La Moratti abolisce il tempo definito e finanzia professionisti che poco o nulla talora danno agli studenti tagliando contratti ed insegnamenti.

Cosa propone invece il movimento dei ricercatori, dei docenti e degli studenti che sta nascendo in tutta Italia:

– il ritiro immediato della Legge Delega, strumento vergognoso di attuazione di riforme fondamentali
– maggiori risorse economiche da destinare all’Università, per gli studenti ed i loro diritti, eguali a quelli degli studenti tedeschi, francesi o inglesi
– il riconoscimento del ruolo unico di docenza e della funzione dei ricercatori italiani
– una leva straordinaria che recluti almeno 20000 nuovi ricercatori per una Università che sta invecchiando e che non si pone il problema del suo futuro.

Per tali ragioni il Coordinamento dei Ricercatori della Facoltà di Lingue e la Facoltà tutta vi chiedono di aderire alla protesta contro la proposta di legge del Governo.
– Dall’8 al 13 di novembre blocco totale dell’attività didattica, assemblea di Facoltà, assemblea d’Ateneo, incontri tra studenti e docenti, a Catania e Ragusa.
– Agitazione permanente contro la proposta di legge con teach-in da svolgersi in Facoltà ed in P.zza Università.
– Incontro con il Rettore per chiedergli ragione del mancato pronunciamento del nostro Ateneo – unico in Italia – contro la legge.
   COORDINAMENTO DEI  RICERCATORI DELLA FACOLTA’ DI LINGUE DI CATANIA

Redazione Step1

Recent Posts

Osservatorio su monte Mufara, Urso: «Prevenirà minacce sulla Terra»

«Anche la Sicilia avrà il suo avamposto spaziale. L'Osservatorio astronomico dell'Esa consentirà di perlustrare gli spazi più…

2 ore ago

Palermo, portava hashish in carcere per un detenuto: arrestata una donna

Una donna che cercava di portare 30 grammi di hashish nel carcere Lorusso di Pagliarelli…

2 ore ago

Caltagirone, chiuso lounge bar per sospetta vendita di stupefacenti al suo interno

La polizia di Stato ha eseguito il provvedimento con il quale il questore di Catania ha decretato…

3 ore ago

Palermo, il titolare de La Braciera dopo il fulmine: «I feriti stanno tutti bene. Abbiamo avuto paura»

«Abbiamo vissuto una serata di grande paura ma adesso fortunatamente possiamo tirare un sospiro di…

3 ore ago

Reati contro la pubblica amministrazione, sospesi la presidente del consiglio di Trapani e un consigliere di Mazara

Con separati provvedimenti è stata dichiarata dal Prefetto di Trapani la sospensione ope legis della presidente del…

3 ore ago

CoEHAR in Caritas, il progetto per aiutare le persone indigenti a smettere di fumare

«Aiutare chi è in difficoltà e fuma, a smettere di fumare». Può essere sintetizzato così…

5 ore ago