Istituto d’Arte, ancora un altro trasloco Genitori e prof: «Occuperemo per impedirlo»

«Se ne sono sempre fregati di noi. E ora vorrebbero spostarci in una sede che a breve diventerà un cantiere aperto». A parlare sono i docenti e i genitori degli studenti del liceo artistico M.M. Lazzaro, riuniti questa mattina davanti l’edificio di viale Vittorio Veneto per bloccare il trasloco della scuola, previsto a partire da domani.

Una diaspora, la loro, iniziata tre anni fa, nel 2009, quando furono sfrattati dalla storica sede di via Crociferi, l’ex Collegio dei Gesuiti – giudicata insicura e non ancora ristrutturata – per essere trasferiti nell’attuale edificio di viale Vittorio Veneto. Un’operazione «feroce» – per chi l’ha vissuta – che oggi andrebbe ripetuta in condizioni ancora più disagevoli. La destinazione definitiva dell’istituto sarebbe, infatti, la sede di via generale Ameglio, dove però sono previsti lavori di adeguamento, non ancora iniziati, della durata di cinque mesi.

«E’ impensabile che ci chiedano un trasferimento a inizio anno, quando la sede di destinazione non è ancora pronta e in questa molte delle attività sono già partite – dice Mario Rocca, docente e genitore di un alunno – Le lezioni inizieranno il 10 settembre ma la parte amministrativa che impiega gli uffici e la segreteria è già operativa», spiega. «Domani inizieranno il trasferimento del materiale didattico. Ma noi occuperemo l’edificio per impedirlo – afferma – Se ci spostassimo adesso, sostanzialmente andremmo a stare in un cantiere. Impensabile per una scuola».

Un problema, questo, che sembrava aver trovato una soluzione un mese fa, con la richiesta fatta dal comitato dei genitori alla Provincia di due mesi di proroga per rimanere in viale Vittorio Veneto per consentire lo svolgimento dei lavori nella sede di Nesima. Ma «già il giorno dopo la seduta del Consiglio provinciale che aveva approvato la nostra richiesta, il 9 agosto scorso, il presidente Giuseppe Castiglione aveva azzerato la giunta, lasciandoci senza un interlocutore all’assessorato – continua Rocca – Poi la notizia che, nonostante l’approvazione unanime del Consiglio della proroga, il trasloco si sarebbe fatto comunque».

«Qualcuno dovrà prendersi la responsabilità della sicurezza nel caso in cui succeda qualcosa. Siamo qui perché vogliamo che le istituzioni si sveglino. Pensiamo anche e soprattutto all’incolumità dei nostri figli», dice Nivea Seria, madre di un alunno della scuola. Senza dimenticare i disagi che intaccherebbero il normale svolgimento della didattica. «Io non farò perdere un anno scolastico a mio figlio», interviene Angelo Scandura, un altro genitore.

«Noi siamo disposti, vogliamo andarcene, purché ci diano un istituto che prima sia agibile», fa eco una docente, la professoressa Del Prete. «Io insegno italiano, quindi mi basta una aula con banchi e sedie – continua – ma il vero problema sono i laboratori. Se il collega di disegno tecnico non ha lo spazio necessario per i tavoli da disegno, i ragazzi non possono lavorare. Per chi fa scultura, ad esempio, servono locali adatti, così come per chi fa falegnameria – lamenta la docente – In questo modo non possiamo reggere. Dal punto di vista didattico stanno facendo una cretinata». D’altronde, interviene Nivea Seria«non possono pensare che i ragazzi facciano solo italiano, storia e filosofia. Che liceo artistico è altrimenti?! Qui le materie teoriche sono tre su dieci».

Intanto, mentre alla Provincia la decisione di trasferimento immediato sembra irremovibile, docenti e genitori non hanno intenzione di mollare. Volantinaggio informativo oggi e occupazione dell’attuale sede in viale Vittorio Veneto domani. «Non ci siamo fermati tutta l’estate, incontrandoci a scuola quasi ogni mattina per monitorare la situazione – dice Rocca – Ora stiamo provvedendo a informare le forze dell’ordine della nostra intenzione di impedire il trasloco. Domani saremo qui».

Federica Motta

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