L’istituto Bellini tra enti che passeranno allo Stato Presidente: «Così più difficile commettere illeciti»

L’istituto musicale Vincenzo Bellini, recentemente al centro di un presunto giro di peculato e riciclaggio che ha coinvolto, tra gli altri, anche i genitori della consigliera Erika Marco, è stato inserito nella lista degli istituti musicali italiani che verranno statalizzati. Un processo, quello avviato con l’approvazione di una legge di conversione del decreto che proponeva appunto il passaggio allo Stato di alcuni centri, che però non sarà immediato ma che farà di fatto cessare il finanziamento da parte degli enti locali come il Comune o la Regione, per procedere invece a instaurare un filo diretto con il ministero dell’Istruzione. Un vero e proprio salvataggio di alcune strutture in crisi, come quella etnea, che porterà alle strutture musicali circa 20 milioni di euro. Una cifra che però, com’è intuibile, non può bastare per tutte le realtà locali che, per questo motivo, stanno continuando la loro battaglia a livello nazionale. A spiegare nei dettagli il passaggio è Graziella Seminara, docente universitaria e presidente dell’Istituto intitolato al famoso compositore, che in questi mesi ha seguito da vicino la vicenda, facendo parte del coordinamento che ha portato la questione in parlamento insieme all’Anci

«Per la prima volta nella storia italiana si è previsto il passaggio alla gestione statale degli istituti musicali – chiarisce la docente a MeridioNews – È stata una battaglia politica combattuta dai sindaci che, per primi, si sono posti in prima linea per potersi liberare dal peso enorme che, attualmente, devono sostenere per mantenere queste istituzioni. Il ministero dell’economia – continua Seminara – aveva previsto inizialmente tre milioni di euro, poi bloccati. Successivamente invece la ministra Valeria Fedeli ha stanziato una buona fetta dei fondi del Miur». Una somma purtroppo limitata che, attualmente, dovrebbe andare solo agli istituti di Catania, Caltanissetta e all’Arturo Toscanini di Ribera. «Stiamo lottando per inserire all’interno della prossima manovra finanziaria tutti le strutture nazionali – commenta ancora la professoressa – Ma per adesso dobbiamo sperare che il nostro istituto rientri tra i primi». 

Una speranza che, secondo Seminara, sarebbe attualmente concreta, nonostante qualche naturale paura. «Noi abbiamo tutti i requisiti per accreditarci prima di altri proprio perché serviamo un territorio molto ampio, tre province, e siamo un istituto di alta formazione musicale. In realtà la situazione di cassa, sebbene si sia parlato di un buco di 14milioni, non è realmente così, perché molte cifre sono state gonfiate. Come presidente – aggiunge – mi batterò con tutte le mie forze e se ci saranno delle resistenze politiche mobiliterò il rettorato, il teatro Bellini, e i giornali perché la città di Bellini ha il diritto di essere valorizzata». 

Il cambio nella gestione dei fondi potrebbe infatti non essere automatico. «Non è detto che saremo per forza tra i primi – spiega Seminara – Il sindaco Bianco metterà tutto il suo peso politico, io lavorerò nel mio ruolo istituzionale, ma dobbiamo mobilitare la città perché il problema riguarda tutti i catanesi». Grazie all’arrivo dello Stato, inoltre, secondo la presidente, sarà più difficile il verificarsi di comportamenti illeciti, come quelli balzati all’onore della cronaca con l’operazione The Band«Ci sarà un flusso di denaro che arriverà in modo più semplice, senza passaggi complessi, e ci saranno dei controlli più stretti, anche se sono cominciati già sotto la mia presidenza. Chiaramente – specifica meglio – se tutto questo fosse avvenuto prima sarebbe stato sicuramente più difficile per gli indagati riuscirsi a creare delle riserve di denaro personale». 

A proposito della vicenda processuale nata dall’inchiesta, Seminara conferma la volontà dell’ente di volersi costituire parte civile accanto al Comune di Catania. «Quando fra qualche anno si arriverà a sentenza – aggiunge – i nostri docenti e gli studenti vedranno restituita una parte dei fondi che sono stati sottratti illegalmente. Personalmente sono profondamente amareggiata per il danno d’immagine devastante che ha subito l’istituzione e la città intera».

Mattia S. Gangi

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