Crias e Ircac dentro Irfis FinSicilia? La proposta lha lanciata il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Nati per sostenere le imprese artigiane (Crias) le cooperative mediante (Ircac) lerogazione di aiuti sotto forma di crediti agevolati (senza le regole del sistema bancario e senza alcun controllo da parte della Banca dItalia), i due enti costano alla Regione troppo rispetto agli aiuti che erogano.
E sufficiente andare a vedere i bilanci per rendersi conto dellenormità della spesa per il personale. I dipendenti di questi due enti, infatti, non percepiscono lo stipendio dei dipendenti regionali, già di per sé apprezzabile, ma quello dei bancari: non però dei dipendenti di una qualsiasi banca, bensì gli stipendi della banca che paga meglio al mondo i propri dipendenti!
Tutto questo grazie ai sindacati interni e ai compiacenti organi politici di gestione. Le retribuzioni di questi dipendenti, nel corso degli anni, sono lievitate a tal punto che, nel 1997, cè voluta una legge per riportarli al livello dei regionali. Ma, come si sa, fatta la legge trovato linganno: per due volte, grazie ad emendamenti notturni e trasversali approvati dallArs durante i dibattiti sulle leggi finanziarie, il personale ha ottenuto la conferma dei privilegi di casta.
Qualcuno ci ha provato anche con la finanziaria dellanno scorso a ritoccare le già ricche indennità di questi fortunati. Ma il Commissario dello Stato ha impugnato la norma caldeggiata dallonorevole Riccardo Savona, oggi, per ironia della sorte, vicino al Governo Crocetta che, invece, cerca di fare un po dordine in questo settore. (a destra, foto tratta da confidi107.it)
Alcuni anni fa, se non ricordiamo male, ha operato anche una commissione di inchiesta sugli stipendi doro della Regione e degli enti riconducibili alla stessa Regione. Tale commissione ha concluso i propri lavori con una relazione poi regolarmente insabbiata. Un documento che il Governo Crocetta dovrebbe forse riprendere. Troverebbe cose molto interessanti.
La storia del personale di questi enti regionali è costellata di promozioni, di transazioni su mansioni superiori, di sentenze di condanna dei giudici del lavoro per maggiori retribuzioni; addirittura, vi sono anche casi di conclamate promozioni a livelli dirigenziali sulle quali la Corte dei Conti, nonostante le denuncie, ha però deciso di non approfondire e di soprassedere (è di qualche giorno fa, tanto per restare in tema, la notizia sulle promozioni irregolari alla Crias).
Addirittura allIrcac la liquidazione per chi andava in pensione veniva maggiorata nonostante i divieti di spreco di risorse pubbliche. Soltanto da poco tempo questa prassi è stata cancellata con grande resistenza dei sindacati: al punto che cè voluta una diffida della Regione.
Ma il personale non è lunico spreco, anche se è il più macroscopico. Da anni – per la precisione, cinque lIrcac e da due anni la Crias – tali enti sono commissariati e senza collegio sindacale. Addirittura allIrcac il commissario è la stessa persona che, per i precedenti quattro anni, era stato anche presidente.
Gli organismi rappresentativi delle organizzazioni artigianali e cooperativistiche, che dovrebbero essere presenti nei consigli di amministrazione, fanno buon viso a cattivo gioco e non si lamentano più di tanto. Anche perché sono in piano conflitto di interessi visto che se la cantano e se la suonano. Ma anche i costi di mantenimento delle gestioni commissariali sono elevatissimi (trasferimenti, alberghi, ristoranti, taxi, ecc.).
Poi ci sono gli immobili di proprietà degli enti, spesso inutilizzati, ma sui quali le tasse vengono pagate per molte migliaia di euro: per esempio, gli uffici periferici nelle diverse provincie o Camere di Commercio con i relativi costi. Insomma milioni di euro ogni anno che potrebbero essere utilizzati meglio in favore degli artigiani e delle cooperative.
Per la verità, lex assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, aveva provato ad intervenire per razionalizzare e ricondurre alla normalità questi due campioni dello spreco: ha voluto e approvato le modifiche e gli adeguamenti dello statuto della Crias, primo passo per una revisione della funzione dellente. Ci ha provato pure con lIrcac, ma è stato fermato (della serie, chi tocca i fili ). (a destra, foto tratta da cronacheoggi.it)
A bloccare tutto è stato lex presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Tutto questo a avveniva a ridosso delle elezioni regionali dellottobre dello scorso anno, su input del commissario dellIrcac, Antonio Carullo, vicino a Lombardo e finanziatore del partito dellex presidente della Regione Mpa – con quote della sua indennità commissariale. Niente revisione dello statuto e della pianta organica dellIrcac. Tutto questo nel silenzio delle organizzazioni sindacali (il caso ha voluto che Mariella Maggio, allora segretario generale della Cgil siciliana sia finita poi candidata allArs nel Pd: Partito che sosteneva il Governo Lombardo ).
Se il presidente Crocetta saprà proseguire sulla strada intrapresa e saprà resistere alle pressioni milioni di euro potranno essere, anziché sprecati in prebende e privilegi, destinati agli artigiani, alle piccole imprese e alle cooperative. In un momento di fortissima crisi economica non sarebbe un obiettivo sbagliato..
Le organizzazioni rappresentative di artigiani e cooperative potranno anche dare una mano, magari chiedendo una presenza in Irfis quando dovranno essere trattate le istanze dei loro associati.
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