Sono una sessantina, forse qualcuno in più, in capannelli resi un po’ più larghi dal fiorire di qualche ombrello. «Non ci hanno nemmeno aperto l’androne del municipio, ci fanno bagnare», scherza, fino a un certo punto, uno di loro. Gli operatori ecologici di Catania – che nel complesso sono circa 750 – si sono radunati oggi ai piedi di Palazzo degli elefanti, al Duomo, perché lo stipendio del mese di agosto non è ancora arrivato. Una spettanza che deve onorare Sen.Eco, il consorzio che ha gestito il sevizio di raccolta dei rifiuti in città fino a domenica. Ma è il Comune che deve fornire all’azienda il denaro liquido, che poi verrà bonificato ai dipendenti.
«L’assessore all’Ambiente Fabio Cantarella – attacca Francesco Bonvegna, netturbino e sindacalista Cgil – ci aveva garantito che lunedì avremmo avuto i nostri stipendi. Sono passate quasi 48 ore, e non è successo nulla». In effetti, anche una nota di Sen.Eco, datata 13 settembre, garantiva ai dipendenti in agitazione che il consorzio – dopo un incontro svoltosi alla Ragioneria generale del Comune – aveva ricevuto garanzie sull’anticipazione di fattura del mese di luglio, «che ci permetterà di procedere immediatamente ad effettuare i bonifici».
Al Duomo si respira nervosismo. Chi ha la rata del mutuo da pagare («e Unicredit non aspetta, sa»), chi deve pagare le bollette, chi deve semplicemente fare la spesa. Le frecciate verso Cantarella e, più in generale, verso la l’amministrazione Pogliese non si contano. Per versare uno stipendio a tutti gli operatori ecologici, servono più di 3 milioni di euro. Alla protesta hanno aderito tutte le sigle sindacali.
«L’ho già spiegato ai netturbini – si difende Cantarella, raggiunto al telefono – l’amministrazione comunale ha già fatto tutto quel che doveva e poteva fare». E cosa doveva fare, esattamente? Quel che fa ogni mese, da anni. Ovvero caricare sul sistema informatico del ministero dell’Economia e delle finanze un documento che certifica il debito del Comune verso la ditta, in questo caso i circa 3 milioni necessari per pagare lo stipendio. Una volta incamerata quella nota, il ministero autorizza Banca Sistema a versare un bonifico a Sen.Eco, che poi, con quel denaro, paga gli stipendi. «Questa volta, però, c’è stato un guasto al sistema informatico del Mef – prosegue l’assessore – così la banca non ha potuto prendere atto dell’avvenuta consegna e liquidare le somme». Secondo Cantarella, il disservizio sarebbe già stato sanato, e domani i netturbini potranno incassare lo stipendio che manca all’appello.
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