Ippodromo chiuso, il 19 nuovo corteo per riapertura «Da istituzioni serve chiarezza, altrimenti morirà»

«Lavoro all’ippodromo da 35 anni e mai abbiamo attraversato un momento così difficile. Probabilmente c’è un sistema di malaffare che ha inquinato tutto l’ambiente ma ora per colpa di pochi, che hanno individuato nelle scommesse un illecito arricchimento, stanno pagando tutti, sopratutto i lavoratori onesti. Ma lo Stato deve agire del più breve tempo possibile e salvaguardare la società e i posti di lavoro che oggi sono a rischio». È grande l’amarezza nelle parole di Luigi Ingrassia uno dei lavoratori part time di Ires, la società che gestisce l’ippodromo della Favorita, chiuso dall’8 marzo scorso per presunte irregolarità nelle gare e il rischio di infiltrazioni mafiose. I lavoratori non demordono, da giorni chiedono di tornare a lavorare, e ora hanno indetto una nuova protesta, promossa dalla Slc Cgil e da tutta la filiera ( Siag Sicilia, Snapt Sicilia, Gdc, Slc Cgil, Upts Sicilia e Ires), prevista il 19 aprile alle 9 con un corteo che da piazza Verdi raggiungerà la Prefettura del capoluogo.

La decisione è stata presa ieri, al termine di un’assemblea all’ippodromo, a cui hanno preso parte un centinaio di dipendenti preoccupati per le ricadute occupazionali della chiusura. La maggior parte di loro, infatti, sono collaboratori e se non le gare non si svolgono non percepiscono nulla, come nel caso di Luigi: «L’Ires – prosegue Ingrassia operatore di regia – è una società sana e solida che non ha commistione con nulla, e lo dimostra il fatto che ha subito assunto una posizione di legalità molto forte, denunciando una situazione poco chiara. È assurdo, però, che ora le si impedisca di operare: perché non proseguire le indagini riaprendo la struttura? Sembra che il marcio di tutti gli ippodromi italiani, una quarantina in totale, sia concentrata a Palermo, ma non è così. Posso accettare di perdere il lavoro per la crisi, ma non per il malaffare e non a causa di quattro lestofanti: devono punire i colpevoli e tutelare le persone oneste». 

La richiesta di sospensione, in effetti, è partita proprio dalla società – che ai primi di marzo ha inviato una lettera al ministero delle Politiche agricole – in seguito alla decisione della giuria di sospendere la corsa del 3 marzo per alcune anomalie. Al momento ci sono indagini in corso e anche verifiche amministrative da parte del ministero nell’ambito delle scommesse, in particolare sul flusso delle puntate perché i giudici hanno notato un comportamento sospetto delle giocate. Il 6 aprile scorso prefetto De Miro ha riunito in prefettura il sindaco e il capo dipartimento del ministero delle Politiche agricole per il vertice convocato sul caso ippodromo, ma che non ha portato nulla e ora i tempi sembrano allungarsi a dismisura.

«Dal 3 marzo non si svolgono più attività e c’è molta agitazione – rivela Giovanni Causa da sette anni impiegato dell’Ires che si occupa della manutenzione della pista – la filiera ippica è grande, siamo tanti e la nostra preoccupazione più grande è che la società, dopo tanti giorni di inattività, non riesca a garantire i nostri stipendi. Mantenere l’ippodromo chiuso dove ci sono tanti lavoratori onesti per motivi che non ci riguardano non mi sembra corretto. Peraltro, da ottobre il ministero non versa alcune sovvenzioni all’Ires. La sensazione è che le istituzioni, prefettura e ministero, giochino a rimpiattino, ma di questo passo, scatteranno i primi licenziamenti come già annunciato dal presidente della società Cascio». Intanto, la fianco dei lavori sono scesi i sindacati che annunciano una nuova protesta per mercoledì prossimo e che stavolta coinvolgerà tutta la filiera, dagli impiegati ai driver, dai gentleman ai proprietari, inclusa la società di corse.

«Ieri – affermano Maurizio Rosso segretario Scl Cgil Palermo e Massimiliano Fiduccia Slc Cgil – abbiamo incontrato i lavoratori dell’ippodromo per fare il punto sulla drammatica situazione che stanno vivendo. Siamo riusciti a organizzare una manifestazione con il coinvolgimento di tutti i soggetti della filiera per accendere i riflettori su un’emergenza che riguarda una realtà storica dello sport e dello spettacolo a Palermo. Siamo fermamente convinti che la parte sana di questa realtà non debba pagare per responsabilità altrui, e desideriamo sensibilizzare le istituzioni affinché si facciano parte attiva per riaprire la struttura con quelle condizioni che garantiscano la regolarità delle attività perché il perpetuarsi di questa situazione metterebbe a repentaglio l’occupazione dell’ippodromo della Favorita e la sua esistenza». 

Antonio Mercurio

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