Gli ultimi boati danno per cancellati tutti i treni nazionali (senza cambio) da e per la Sicilia. Nello stesso momento, altri boati annunciano investimenti faraonici per nuovi binari in Sicilia. C’è qualcosa di poco chiaro: o non ci sono passeggeri, e allora si tagliano i treni, o ci sono molti passeggeri e allora si fanno più treni. Poi, quando i binari attuali non bastano, per i treni necessari, se ne costruiscono altri. Ma in Sicilia si cancellano i treni e si costruiscono nuovi binari. Forse ci siamo persi qualcosa?
La Regione e le Città metropolitane devono operare subito, non si può più continuare così. Il sistema ferroviario di lunga percorrenza è vitale per la Sicilia, ma precipita all’anno zero. Problemi gravi, soluzioni sempre rinviate. Attori pubblici. Attori privati. Potenziali nuovi attori, ancora non presenti. La Regione deve coordinare in modo chiaro e trasparente gli interventi degli altri enti, spendere bene o benissimo le risorse disponibili per infrastrutture e mezzi. La Regione deve esigere una spesa delle risorse per il servizio passeggeri nazionale (universale), efficiente ed efficace per i siciliani; in particolare per l’aliquota che interessa la Sicilia.
La centralità deve essere data all’utente: passeggeri e merci. Servizi e infrastrutture devono essere per l’utenza. Non a prescindere dall’utenza. Tantissimi i temi caldi: tre i più scottanti.
TRENI PASSEGGERI NAZIONALI.
Finora tagli sistematici alle lunghe percorrenze. Bisogna invertire la rotta: subito. Si può avere un treno vero, a infrastrutture inalterate. Per lo spostamento Catania – Roma il tempo di percorrenza attuale è quasi 10 ore (9 ore e 51 minuti) senza cambio treno a Napoli, mentre è di circa 9 ore (8 ore e 57 minuti) con cambio treno a Napoli e utilizzo del servizio Frecciarossa.
Il treno Freccia Villa San Giovanni-Roma, oggi impiega 5 ore. Con tre mosse si va a 4 ore: bypassare Napoli usando il passante; solo due fermate in Calabria; eliminazione di tutti i recuperi di tempi inseriti in orario. Tempo di percorrenza fattibile al 1 giugno 2015, Villa-Roma 4 ore. Con un’ora per il traghettamento ed un’ora per la Messina-Catania fanno in totale 6 ore. Al più 6 ore e mezza se si considerano i tempi di oggi tra Villa San Giovanni e Catania.
Con questi tempi i treni saranno stracarichi e deve finire la storia che dalla Sicilia non c’è domanda.
TRENI MERCI NAZIONALI E INTERNAZIONALI.
La questione è grave ma risolubile. Sagome e lunghezze treni sono discriminanti. Se le sagome sono basse, i carri con i semirimorchi non entrano nelle gallerie. Le gallerie siciliane sono basse e i carri standard con container marittimi, nonché quelli standard con semirimorchi non passano. Se il treno italiano è lungo 25 carri e il francese 50, dato che i costi per fare camminare il treno sono pressoché uguali, ogni carro in Italia costa il doppio.
I treni dalla Sicilia sono di 450 metri, i francesi puntano ai 1000 metri, i tedeschi ai 1500.
INFRASTRUTTURE FERROVIARIE NAZIONALI.
Nel sito delle ferrovie (PIR 2015) si trova che sulla Catania Bicocca-Catenanuova passano 12 treni al giorno, mentre altre tratte sono trafficate 5 volte di più. Ad esempio, sempre nel sito (PIR 2015, ed. Dicembre 2014 – Allegato 9 Grado di utilizzo dell’Infrastruttura), si trova nella Jonica a singolo binario: Alcantara-Taormina 61 treni, Catania Centrale-Acquicella 58 treni. Nella Tirrenica a singolo binario: Patti-Gioiosa 43 treni.
Perché dunque si sta facendo il raddoppio (vedi Sblocca Italia) della Catania-Enna (che comprende la tratta Bicocca-Catenanuova)?
CHE FARE IN TRE MESI?
Il treno Catania-Roma in 6 ore (e mezza, al più) si può fare subito, inutile perdere spazio per ribadirlo. Se Sicilia e Calabria concordano un treno comune, nessuno potrà impedirlo.
Le sagome delle gallerie attuali possono essere verificate, qualora non disponibili, con un carro misuratore. In 2/3 mesi si può predisporre il progetto di abbassamento del piano del ferro, con individuazione di un percorso che usa le gallerie più alte nei due sensi di marcia per i merci.
Bisogna stabilire una volta per tutte che i raddoppi con i potenziamenti ferroviari si progettano e si realizzano per le tratte che servono ai siciliani, e non secondo decisioni incomprensibili ai cittadini.
Non c’è bisogno di soldi freschi, c’è invece bisogno di decisionalità politica e di capacità tecnica. Ci vogliono conoscenza e competenza, partecipazione e condivisione.
La Sicilia deve andare in Europa e vuole treni europei.
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