Intervista in esclusiva alla legge Antiparentopoli impugnata: “Io, principessa di tutte le incompatibilità, trattata come una baldracca giuridica!”

Buon giorno signora legge Antiparentopoli impugnata.

“Buon giorno. Detto questo, con voi di LinkSicilia non parlo”.

Perché?

“Perché siete attassatori. Portate attasso, sfortuna”.

Scusi, ma non riusciamo a comprenderla.

“Non comprendete? Voi di LinkSicilia, durante tutto il dibattito in Prima Commissione legislativa dell’Ars prima mi avete snobbata, poi avete detto che io era una legge inutile. Due giorni prima che Sala d’Ercole mi votasse avete scritto che sarei stata impugnata. E, alla fine, mi hanno impugnato per davvero. Siete attassatori”.

Senta, noi facciamo il nostro lavoro. Informiamo ed esponiamo la nostra opinione. Noi, prima che Lei arrivasse in Aula abbiamo scritto quello che il Ministro Giampiero D’Alia dice in questi giorni: e cioè che per amministrare con correttezza e trasparenza sarebbe sufficiente applicare, anche in Sicilia, le normative nazionali: anticorruzione e decreto legislativo 39 di quest’anno.

“Avete detto niente: voi avete teorizzato la mia inutilità e la mia incostituzionalità. Siete dei caini. Mi avete ‘mascariata’ prima del pronunciamento del Commissario dello Stato. Mi avete rovinata”.

Adesso non esageri: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha preso le sue difese. E ha lasciato intendere che vi difenderà davanti la Corte Costituzionale.

“E lei ci crede?”.

Guardi che così i lettori si confondono: siamo noi che dobbiamo porre le domande…

“Intanto rispondetemi: voi di LinkSicilia credete veramente che questo signor Crocetta di Gela e i suoi avvocati mi difenderanno davanti la Consulta?”.

No, noi di LinkSicilia non ci crediamo. Perché Lei, signora legge Antiparentopoli, è nata male. Lei, non se ne abbia a male, somiglia a quella signora di una nota canzone siciliana: Ah chi laria è, chiù laria ridda non ci ‘nnè…Insomma, Lei, con rispetto parando è tutta abbuccata d’un lato…

“E che è colpa mia? Io non mi faccio: mi fanno”.

E l’hanno fatta male! Insomma, secondo Lei era il caso di distinguersi dal resto d’Italia? Ma le sembra seria una legge Antiparentopoli tutta siciliana come il cannolo o la frittola di Palermo o, ancora, come la schiacciata di Catania, quella con dentro i broccoli soffritti?

“Non tocchi questo tasto, per favore. Nelle settimane precedenti la mia approvazione ho più volte parlato con i dirigenti dell’Ars. Gli ho spiegato che se mi avessero approvata così mi avrebbero massacrata. Ai dirigenti dell’Ars gliel’ho detto in tutte le salse: guardate che se mi presentate così il Commissario dello Stato m’inchiumma”.

Guardi che noi abbiamo pubblicato una nota dell’ufficio legislativo dell’Ars che dice esattamente quello che dice Lei…

“Lo so che i dirigenti dell’Ars mi hanno difeso e hanno cercato di tutelarmi. Ma sono stata inchiummata lo stesso. E adesso rischio di finire nel rituffo”.

Cioè?

“Tutte le leggi dell’Ars che vengono inchiummate dal Commissario dello Stato e che non finiscono davanti la Corte Costituzionale sono il rituffo legislativo. Ha presente lei quando fa il caffè con la caffettiera? Dopo che fa? Prende il rituffo del caffè e lo getta. La stessa fine fanno leggi siciliane impugnate e non oggetto di ricorso presso la Corte Costituzionale”.

Ma è così importante per una legge impugnata finire davanti la Consulta?

“Ma vuole mettere? Finire belle impupate in un ricorso. Imbustate. Spedite nella Città eterna. Riaperte e osservate e lette dai giudici costituzionali. Sono momenti quasi erotici per noi. E poi, se ci danno ragione, che soddisfazione: tiè! Anche se ci danno torto, beh, usciamo a testa alta. Tornando in Sicilia, ci trattano con rispetto. Invece qui rischiamo di finire tra il rituffo…”.

Intanto non si scoraggi. Tra gli avvocati del presidente Crocetta c’è Stefano Polizzotto. Che è bravo. Se lo è detto lui stesso in una conferenza stampa il giorno che, a Palazzo d’Orleans, gli hanno tolto da sotto il sedere la poltrona di capo della Segreteria tecnica. Ha detto così: “Io sono bravo”. Magari l’avvocato Polizzotto, che è bravo, presenta un bel ricorso alla Consulta e vincete…

“Intanto, lo ripeto, io sono nel rituffo delle leggi. Questo è un dato di fatto. Quanto al ricorso alla Consulta, la voglio vedere tutta. La verità è che mi hanno rovinato l’immagine. Ma lo capisce: una legge importante come me, ‘Antiparentopoli’, principessa di tutte le incompatibilità trattata come una baldracca giuridica. Ora basta, con voi ho parlato abbastanza”.

Un’ultima cosa: ha seguito il casino che sta succedendo nel mondo politico siciliano? Lei è come Elena di Troia: litigano tutti per lei: D’Alia che attacca Crocetta, Marco Forzese che attacca D’Alia. Insomma un gran casino…

“D’Alia, certe cose avrebbe potuto dirle prima”.

Ci scusi, noi le abbiamo dette prima e ci ha definito attassatori. D’Alia le dice dopo e avrebbe dovuto dirle prima. Insomma: Lei una volta la vuole cotta, un’altra volta la vuole cruda…

“Andate a quel paese voi con tutti i Ministri!”.

 

Redazione

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