«Lo facciamo per voi, perché questo autista, quello che vi deve portare a destinazione è sottoposto a uno stress pericoloso». Alla stazione degli autobus extraurbani di Catania stamattina i mezzi hanno ritardato la partenza. Un drappello di autisti del sindacato di base ha messo in atto uno sciopero, bloccando simbolicamente per qualche minuto l’entrata e l’uscita dei mezzi e salendo sugli autobus per spiegare ai passeggeri le motivazioni di quel lieve disagio: turni estivi coperti da lavoratori interinali (cioè assunti con contratti atipici per giorni, settimane o pochi mesi) mentre altri dipendenti con contratto a tempo indeterminato sono costretti a rimanere a casa senza stipendio e senza disoccupazione e turni lavorativi sfiancanti con un monte ore superiore a quello previsto da contratto. Nessuna protesta da parte dei passeggeri che hanno mostrato di comprendere le ragioni dello sciopero. Solo qualche momento di tensione quando agli agenti della Digos si è avvicinato un funzionario del gruppo Interbus manifestando perplessità sullo sciopero.
«Cos’è la giustizia? Vuoi lavorare tutto l’anno? Lo Stato dice no. Lavoratori a tempo indeterminato solo nove mesi l’anno. Gli altri tre, i nostri figli non mangiano». Questo il messaggio scritto su un cartellone all’ingresso del grande parcheggio da cui partono gli autobus per tutta la Sicilia. I lavoratori del sindacato Usb denunciano come alcuni di loro – «chi ha deciso di non svendere dignità e diritti, come quello ad avere l’indennità di trasferta» – vengano lasciati a casa da giugno a settembre. Si tratta di circa venti lavoratori con contratti part-time a tempo indeterminato per nove mesi all’anno. «In estate – spiega Giorgio, uno di loro – rimaniamo senza un euro, eppure noi, come gli altri dipendenti, abbiamo dato disponibilità a lavorare anche in questi mesi, ma non possono chiederci di rinunciare all’indennità di trasferta. Chi si deve fare anche più di cento chilometri per raggiungere Catania come fa? L’azienda preferisce, invece, prendere personale nuovo».
«Il lavoro c’è – si avvicina Paolo, che aderisce allo sciopero – basta prendere i turni di servizio per rendersene conto. Oggi a Siracusa al posto nostro ci sono due interinali. Perché non devo lavorare io che ho un contratto a tempo indeterminato? Ma all’azienda non conviene perché dovrebbe pagarmi la trasferta». Giorgio racconta di avere lavorato nove ore ininterrottamente la settimana scorsa, l’ultima di servizio. «Sono salito sul pullman alle 7 e sono sceso alle 17, ditemi come si può rimanere sempre lucidi così».
Problemi che negli anni si sono cristallizzati, mentre l’azienda rimanda al mittente le accuse definendole «illazioni». Sullo sfondo rimane un settore che aspetta da decenni di essere regolamentato dalla Regione. Le concessioni, rinnovate a un’ottantina di aziende a colpi di proroghe per un valore totale che ammonta a circa 150 milioni di euro, hanno scadenza a dicembre 2019. E l’assessorato regionale alle Infrastrutture sta lavorando alla prima gara pubblica del settore.
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