Non si placano le polemiche attorno alla querelle tra il giornalista della Rai Davide Camarrone e il senatore pentastellato Mario Giarrusso. Quel che è certo è che la storia finirà davanti a un giudice, come confermato dal giornalista anche a MeridioNews, mentre questa mattina i deputati all’Assemblea regionale siciliana eletti col Movimento 5 stelle prendono le distanze dal collega romano.
«L’infelice espressione utilizzata dal senatore Mario Giarrusso nei confronti del giornalista Davide Camarrone non rappresenta il M5S, sempre e comunque rispettoso delle idee altrui, come è giusto che sia in democrazia – si legge in una nota -. Quella di Giarrusso è pertanto da ritenersi una dichiarazione espressa a titolo personale, dalla quale il gruppo parlamentare M5S all’Ars non può che prendere le distanze».
Insomma, una doccia fredda per Giarrusso, che ha ricevuto una pioggia di critiche per i toni usati nella diatriba col giornalista. Non è un caso che lo stesso senatore abbia sentito l’esigenza di aggiustare il tiro. In serata, infatti, sulla pagina ufficiale del parlamentare è apparso un post dai toni decisamente più pacati rispetto al resto della giornata: «Conosco Davide Camarrone dalla fine degli anni 80 – ha scritto su Facebook -. Ogni tanto siamo stati d’accordo, altre volte no. Ultimamente abbiamo discusso vivacemente, ma sempre nelle pagine private e personali di Facebook. L’espressione che ho usato “buttati a mare…” è una espressione comune da queste parti per mandarsi a quel paese, con altri termini, tra persone che si conoscono. Nessun intento minaccioso o peggio istigatorio ad azioni autolesioniste quindi, ma solo un tipico alterco da social network tra conoscenti di vecchia data. Altre interpretazioni sono strumentali e distorte».
Raggiunto da MeridioNews, Giarrusso ammette che i colleghi deputati all’Ars abbiano fatto bene «a smarcarsi dalle mie parole», aggiungendo che «non si dovevano certo intromettere in una discussione tra amici». Insomma, Giarrusso sembra aver capito di avere esagerato e prova a ridimensionare la cosa: «Lo conosco da quasi trent’anni, se poi qualcuno vuole speculare sulla vicenda, quella è un’altra storia».
Sul litigio, che ha preso il la dopo le parole del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il quale ha parlato di «lobby dei malati di cancro» per poi correggersi – non senza prima accusare di strumentalizzazione gli avversari politici – specificando che voleva riferirsi alle aziende farmaceutiche, interviene anche la capogruppo all’Ars dei cinquestelle Angela Foti. «Giarrusso ha un pessimo carattere e capita anche con noi del Movimento che ci si mandi a quel paese in malo modo – dichiara la deputata a MeridioNews -. Tuttavia mi pare che si tratti di una tempesta in un bicchiere d’acqua, e parlare di istigazione al suicidio mi fa sorridere. Se a farlo fosse stato un politico del Pd? Non sarebbe cambiato nulla, chiedere le dimissioni per una cosa del genere sarebbe inaudito».
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