Una tegola potrebbe abbattersi sul Pd e, in particolare, sulla candidatura a premier di Bersani. Antonio Ingroia, per anni pubblico ministero a Palermo, protagonista di inchieste giudiziarie di primo piano, si accingerebbe ad entrare in politica. Dovrebbe essere lui il candidato alla guida del Governo di uno schieramento politico che vede insieme il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, amministratori di altri Comuni, Rifondazione comunista e la parte di Italia dei Valori che sta ancora con Antonio Di Pietro.
Sulla possibile candidatura di Ingroia leggiamo un comunicato diffuso dallo stesso pubblico ministero: Il dato certo – dice Ingroia – è che lelezioni politiche in Italia si terranno anticipatamente. Ad oggi, però, non ho deciso di essere in lizza per le consultazioni che daranno un nuovo Parlamento e un nuovo Governo al nostro Paese. Sto ancora riflettendo, ma venerdì 21 dicembre sarò a Roma per illustrare il manifesto Io ci sto di cui, peraltro, sono il primo firmatario. La mia richiesta al Csm di aspettativa per motivi elettorali è solo cautelativa, nel senso che lOrgano di autogoverno della magistratura potrà valutarla a ridosso delle festività di fine anno, e cioè nei giorni in cui le Camere saranno sciolte dal Capo dello Stato. Io comunque a Roma vado per aprire un confronto sul futuro dellItalia. Riscontro la voglia di partecipare che emerge da tanti settori della società civile. E questo, di per se, un bel segnale diffuso di libertà.
Prematuro, in questa fase, fare previsioni. Anche perché lo stesso Ingroia non ha ancora sciolto la riserva su una sua eventuale candidatura. Ma è chiaro che le potenzialità del Partito-Movimento Arancione, se Ingroia dovesse guidare questo schieramento politico, sarebbero notevoli. Perché il personaggio è di spessore e potrebbe diventare il punto di riferimento per gli elettori italiani di Sinistra.
Importante, anche, la presenza dei primi cittadini. Piaccia o no, i Sindaci, oggi, contano non poco nello scenario politico confuso dei nostri giorni. Tanto più che, in questo caso, si tratta, tanto per cominciare, dei primi cittadini di due grandi città del Mezzogiorno: Napoli e Palermo. Il tanto per cominciare non è casuale perché, stando a indiscrezioni, altri Sindaci sarebbero pronti a scendere in campo con questo schieramento di Sinistra.
Il Movimento-Partito Arancione rischia di creare problemi a Sel di Nicki Vendola, che è finito alleato, di fatto, di un Partito più di centro che di sinistra: il Pd di Bersani. Tra laltro, non è un mistero che lo stesso Bersani, se non dovesse sfondare, non esiterebbe ad allearsi con i centristi di Casini (che, a propria volta, si tirerebbe dietro Mario Monti).
Morale: gli elettori di Sinistra, piuttosto che votare Bersani e Vendola, che rischiano di finire in ostaggio dei centristi, potrebbero optare per quello che, in fondo, si annuncia come lunica formazione di Sinistra: una Sinistra che non dovrebbe stringere accordi con Casini e Monti.
Per il Pd si tratta, lo ripetiamo, di una tegola sulla testa. E dire che lo scandalo che ha travolto Italia dei Valori di Di Pietro sembrava aver liberato il Partito democratico di Bersani di un pericoloso avversario a Sinistra. Adesso spunta un avversario ancora più insidioso, perché più a Sinistra e più determinato. Con un possibile candidato premier – Antonio Ingroia, se accetterà – protagonista dellinchiesta sulla trattativa tra mafia e Stato che ha schiacciato il Pd sulle posizioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Detto brutalmente – perché la politica si legge e si fa anche così – tutti gli italiani di Sinistra che non hanno condiviso il silenzio stampa imposto sulle telefonate fatte dallex ministro, Nicola Mancino, al Quirinale potranno votare un Partito diverso dal Pd. Cosa, questa, da non sottovalutare.
Quali effetti potrebbe avere in Sicilia la candidatura di Ingroia? A nostro avviso, potrebbero essere dirompenti. Per tanti motivi. Perché Ingroia è siciliano ed è molto stimato tra le persone per bene. Perché tanta gente, nella nostra Isola, pensa che la trattativa tra Stato e mafia cè stata per davvero e che si sta facendo di tutto per infrusare le verità: una verità che la solita ragion di Stato non vuole fare venire a galla.
La candidatura di Ingroia a premier potrebbe spiegare perché lo stesso pubblico ministero, qualche mese fa, non ha accettato di guidare la lista della Sinistra nella corsa alla presidenza della Regione. Perché, con molta probabilità, pensava già a uno scenario nazionale? Chissà.
Anche se i risultati di Italia dei Valori e della Sinistra, alle ultime elezioni regionali siciliane del 28 ottobre non sono state esaltanti, la candidatura di Ingroia potrebbe essere, se non vincente, di grande peso. Ricordiamo che il candidato della Sinistra alle regionali, Claudio Fava, è stato azzoppato proprio quando il suo nome era entrato nellimmaginario di tanti elettori della Sinistra.
Ora, con Ingroia possibile candidato premier, leffetto trascinamento potrebbe risultare maggiorato. Accanto a Leoluca Orlando, ai diprietisti siciliani rimasti nel Partito e a Rifondazione comunista potrebbero unirsi altri Sindaci e tanti altri cittadini. Compresi tanti militanti e qualche iscritto di Sel che non avrebbero digerito la svolta bersaniana di Vendola.
Diverso il discorso per il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Alleato del Pd, il Governatore ha dimostrato, in queste prime settimane, di essere piuttosto autonomo dal Partito democratico. E, soprattutto, di volere amministrare la Sicilia facendo cose di sinistra: cosa, questa, che sta creando non pochi problemi a un Pd che le cose, fino a qualche mese fa, le faceva con Raffaele Lombardo: e con erano certo cose di Sinistra
Crocetta insieme al Movimento-Partito Arancione? Lipotesi, almeno in questo momento, sembra molto azzardata. Anche se, a dire il vero, il presidente, come già accennato, sta dimostrando, con i fatti, di essere più a Sinistra del Pd.
Insomma: per il Partito democratico, che in Sicilia ha già i propri guai, si annunciano nuovi dolori
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