Ingress, l’app alla conquista delle città siciliane «Un gioco per scoprire le bellezze sconosciute»

Anche la Sicilia è diventata un campo di battaglia virtuale. Da Palermo a Catania si fronteggiano, armati di smartphone o tablet, gli agenti degli Illuminati contro quelli della Resistenza. Il loro comune obiettivo è conquistare o sottrarre al nemico monumenti, edifici e luoghi strategici – definiti portali – delle loro città, fino a ottenerne il dominio totale. Si tratta di Ingress, un’app di realtà aumentata che spopola in tutto il mondo, svolgendo pure la funzione di guida turistica online: «Giocando ho scoperto dei posti bellissimi e sconosciuti», racconta il 24enne Dario.

Navigando nel gioco ci si accorge che il Liotro è colorato di verde, la tinta degli Illuminati, mentre la cattedrale di Palermo è stata conquistata dalla Resistenza. A Punta Secca, invece, la celebre casa del commissario Montalbano non ha ancora un padrone. Sono solo alcuni dei portali disseminati per la Sicilia. Per farli propri o sottrarli al nemico non basta armeggiare sul display, gli agenti devono recarsi nelle loro vicinanze. Le due fazioni in lotta – virtuale – organizzano spesso spedizioni di gruppo: «Ci mettiamo d’accordo in privato, su forum o social, per non farci scoprire dal nemico», spiega Fabrizio che fa parte della Resistenza ennese. E su una pagina dedicata al gioco, un agente illuminato di Palermo chiede «aiuto per difendere i portali».

L’obiettivo delle spedizioni è espugnare gli obiettivi meglio difesi e dunque più prestigiosi. Non c’è nulla di violento, anche se il clima non è sempre amichevole: «Un tempo le battaglie finivano con un seltz al chiosco – dice il 30enne Samuel, tra i primi iscritti catanesi -. Ma ho lasciato il gioco per via delle minacce ricevute dopo la conquista di alcuni monumenti». Tra i portali siciliani ci sono i siti turistici più conosciuti, ma pure angoli e bellezze nascoste: l’antico bagno ebraico a Ortigia, le sculture di Mitoraj nella valle di Templi, il murale di Addiopizzo sulle pareti del carcere di Catania, il crocifisso donato da Papa Francesco a Lampedusa, la Torre di Nubia tra le saline di Trapani.

«Per fare punti bisogna conquistare i portali e collegarli ad altri vicini. Ma per avere l’energia necessaria a farlo bisogna portare a termine delle missioni», spiega Carmine, illuminato di Messina. Si può andare a zonzo per la città, seguendo la mappa, oppure consultare gli itinerari di gioco tracciati e condivisi da altri utenti. Che sono in tutto e per tutto dei cammini turistici: corredati di chilometraggio e indice di gradimento. In tutta la Sicilia ne sono suggeriti migliaia, anche se non tutti sono corredati da una descrizione accurata. «È comunque una scusa per conoscere meglio la mia città, a piedi, meglio se in compagnia di altri giocatori», aggiunge il catanese Dario.

Ma resta principalmente un gioco. E il risultato del confronto tra le forze in campo, almeno in Sicilia, mostra chiare tendenze all’interno delle singole città che però determinano un complessivo equilibrio. Che in parte rispecchia le diverse identità dei campanili: Messina è la roccaforte degli Illuminati, ma la statua della Madonnina del porto è in mano alla Resistenza. Che ha colorato del suo blu Palermo, anche se gli agenti verdi provano a riconquistare la città da nord. «Chi cerca la guerriglia, venga a Catania», conclude un fan catanese scrivendo in un forum pubblico. Il centro storico è verde, ma è circondato dalla Resistenza: «prepariamo la riconquista», è la risposta di un agente .

Marco Di Mauro

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