Rimane alto il rischio per i circa 100 infermieri della graduatoria di mobilità del 2011 del bacino occidentale di Palermo che, dopo 6 anni, potrebbero vedere sfumare la possibilità di tornare a casa. Ma questa è soltanto una delle criticità che interessa l’intera categoria, alle prese con precariato e concorsi bloccati. Come per i 250 contrattisti in attesa di stabilizzazione divisi tra Policlinico, Civico e Ospedali Riuniti, che si mantengono letteralmente grazie «al lavoro dei precari». A lanciare l’allarme sono il segretario amministrativo della segretaria provinciale di Palermo e il segretario territoriale del Nursind rispettivamente Agata Cocco ed Enrico Virtuoso. «Tra poche settimane – spiegano Cocco e Virtuoso – scadrà la graduatoria di mobilità del bacino occidentale e i lavoratori rischiano di vedersi tagliati fuori, perdendo il diritto di mobilità che dal 2011 attendono. Sono i più a rischio – aggiunge – e in assenza di una proroga, abbandoneranno definitivamente la speranza di tornare a casa».
L’emergenza, tuttavia, non interessa solo Palermo e provincia, bensì tutta l’Isola. Sono oltre 6 mila gli infermieri in bilico in Sicilia: tremila i precari in attesa di stabilizzazione e altri tremila i disoccupati, senza tralasciare i 15 mila infermieri di ruolo alle prese con le mille difficoltà legate alla carenza di personale nei reparti. Per questo, «bisogna sbloccare subito le assunzioni anche a tempo e non solo nelle aree a rischio. Ci sono pericoli per la salute dei pazienti» ha detto Francesco Frittitta, segretario regionale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che domani a Pergusa, nell’Ennese, organizzerà il terzo convegno regionale del sindacato per discutere dei problemi del settore alla presenza delle istituzioni. L’occasione per fare il punto sulla riorganizzazione del sistema sanitario cui è legato il problema della carenza del personale, alla presenza dell’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi. Saranno presenti, tra gli altri, Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento delle Attività sanitarie. e Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind.
«Ogni ulteriore ritardo – aggiunge Frittitta – determina un aumento degli eventi critici. Ricordiamo che secondo studi dell’Ocse, il rapporto tra medici e infermieri deve essere almeno di 3 infermieri ogni medico, mentre in Sicilia si stima che il rapporto sia di 0,8 medici per ogni infermiere, praticamente quasi uno a uno. Dai commenti ufficiosi di manager degli ospedali emerge il rischio sull’operatività dei nosocomi dal prossimo anno se non si risolverà il problema del personale. I precari coprono i posti in dotazione organica – conclude – che non sono complete».
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