Spiazzante e criptica. Sono probabilmente le prime parole che vengono in mente appena si accede allo ZAC, ai Cantieri Culturali alla Zisa, dove in questi giorni è allestita la mostra Infermeria, il progetto di Sislej Xhafa curato da Paola Nicita. L’artista kosovaro – che da sempre nei suoi lavori tratta temi sociali e politici come l’identità, i diritti umani, la migrazione, la clandestinità – ha lasciato il grande hangar dei Cantieri vuoto. Non uno spazio organizzato e allestito con opere visibili e tangibili, ma uno spazio in cui la volontà e le reazioni del visitatore sono il motore e il fine dell’intero progetto.
Infermeria è un lavoro pensato appositamente per Palermo, città che, come lo stesso artista spiega, è in linea con la sua visione etica: «Mi piace ragionare con la città e la sua storia senza romanticismi, in maniera asciutta, in una modalità che io chiamo attrito, un meccanismo che funziona senza olio. Infermeria è una sfida col tempo. Non so se sono un artista, di sicuro sono una persona impegnata prima di tutto umanamente. L’arte ti trascina in un’altra dimensione. Di più: credo che sia l’unica democrazia rimasta».
Il percorso ideato da Xhafa inizia dunque all’interno dello ZAC, dove lo spettatore si ritrova a confrontarsi con uno spazio completamente vuoto. L’intenzione dell’artista è quella di invitare il visitatore a intraprendere una riflessione sulla precarietà della condizione sociopolitica attuale e sul tragico fenomeno della migrazione, così come viene spiegato all’interno del libretto sanitario ideato da Xhafa, la chiave per comprendere il suo lavoro.
Il libretto – con testi scritti in dialetto siciliano – viene consegnato ai visitatori, ed è un lasciapassare che permette l’accesso a quella che un tempo fu l’infermeria dei Cantieri, luogo dove gli operai infortunatisi durante il lavoro ricevevano i primi soccorsi. Il viaggio che dunque intraprende il visitatore – dallo Zac alla vecchia infermeria – è metafora di quello intrapreso dai migranti che fuggono dai loro paesi di origine per trovare rifugio e cure in un paese (teoricamente) più sicuro. Ma l’infermeria dei Cantieri oggi si presenta fatiscente, vuota, inagibile, buia, priva di confort e di strumenti per il primo soccorso.
Un finale a sorpresa, che lascia sgomenti, di cui non si riesce a comprendere se si tratti davvero di un finale o se ci si debba ancora aspettare un passaggio successivo o un imprevisto. Si rimane sospesi, con il lasciapassare tra le mani, in attesa che possa accadere qualcos’altro, in attesa di un altro luogo in cui andare, meno angosciante dei precedenti. E forse sì, in questo enigmatico gioco di cui soltanto l’artista conosce le regole, ci si sente in balìa della volontà altrui, decisamente spaesati e migranti. Infermeria sarà visitabile fino al 15 aprile, dal martedì alla domenica, dalle ore 9.30 alle 18.30. Ingresso libero.
Un cancello in ferro, al civico 499 di via Palermo, aperto solo quando veniva riconosciuto…
«Alla fine, una novità neanche troppo nuova». Parole di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, uno…
Era rimasta folgorata mentre stava lavorando in una trattoria in corso dei Mille a Palermo. Dopo…
Stamattina a Catania si è sviluppato un incendio in un'abitazione al piano terra di uno…
Furto con spaccata all'alba di stamane a Palermo, in via Ruggero Settimo. I ladri hanno preso di mira…
Una bambina di 11 anni è stata salvata al largo di Lampedusa: sarebbe l'unica sopravvissuta…