Incremento Ippico, sale la tensione tra sindacati e Musumeci In ballo il futuro di 7 dipendenti e un mancato faccia a faccia

«Una scorrettezza istituzionale» consumata all’ombra del palazzo della Regione a Catania e che, con ogni probabilità, avrà ulteriori ripercussioni in una storia già ricca di colpi di scena. Al centro di tutto c’è sempre l’Istituto per l’incremento ippico e il destino di sette dipendenti. Vincitori di concorso, over 60 ma comunque messi alla porta a causa della rimodulazione della pianta organica dell’ente che dipende dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Dietro questa scelta c’è l’attuazione di una legge, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 16 ottobre 2019, con cui il presidente della Regione Nello Musumeci intende «accrescere l’efficienza dell’ente e razionalizzare il lavoro». Nei fatti, dopo un lungo tira e molla, sette dipendenti (inizialmente erano otto ma una persona è deceduta a causa di una grave malattia) da fine luglio sono stati messi in mobilità per un periodo di due anni con un’indennità riconosciuta pari all’80 per cento dello stipendio

I titoli di coda però non sono ancora arrivati. Prima bisognerà capire l’esito di un doppio ricorso presentato al tribunale del lavoro e a quello amministrativo. A intestarsi la battaglia i sindacati Cgil, Uil e Sadirs con due manifestazioni organizzate ad Ambelia, nella tenuta tra Scordia e Militello in Val di Catania, e davanti al palazzo della Regione nel capoluogo etneo. Il 13 settembre, stando alla ricostruzione dei sindacati, si è arrivati alla sospensione della manifestazione dopo la comunicazione della disponibilità del presidente della Regione a incontrare una delegazione. Cinque giorni dopo – il 17 settembre – vengono accreditati per il faccia a faccia il segretario provinciale della Funzione pubblica Cgil, Gaetano Del Popolo, il segretario del Sadirs Concetto Gulizia e i due aziendali Sebastiano Zappalà e Angelo Catania. Il colpo di scena arriva però quando viene comunicato loro che «il presidente non riceve i rappresentanti sindacali».

«Una brutta pagina – commentano i sindacati in un comunicato congiunto – Vorremo informare Musumeci che anche in Sicilia si applica la carta costituzionale che tutela la libertà dei cittadini di associarsi liberamente e che esistono norme che garantiscono il potere di rappresentanza delle organizzazioni sindacali». Con ogni probabilità, nonostante non ci siano conferme ufficiali, nelle prossime settimane verranno indette altre proteste. «Abbiamo avuto una prima udienza al tribunale del Lavoro – commenta a MeridioNews Gaetano Del Popolo – ma si è arrivati a un rinvio per questioni interlocutorie. Già alla prossima udienza si dovrebbe entrare nel merito della vicenda»

Il clima certamente non è disteso anche perché prima del mancato incontro con Musumeci i sindacati avevano avuto un faccia a faccia a Palermo con l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla. In quell’occasione, dopo la pubblicazione di una nota che temporaneamente fermava la mobilità obbligatoria, sarebbero arrivate alcune rassicurazioni. Impegni che, secondo i sindacati, non sono stati rispettati.  

Dario De Luca

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