La donna, una cittadina palermitana di 42 anni, è stata denunciata perchè ritenuta responsabile di una lunga sfilza di reati che vanno dal furto aggravato alla ricettazione, passando per l’indebito utilizzo di carta di credito, introduzione di banconote false, furto aggravato di energia elettrica e, soprattutto, favoreggiamento della prostituzione.
A scoprire il raggiro nei confronti di un “cliente”, i poliziotti della sezione “Investigativa” del Commissariato “Porta Nuova”. Il sospetto è che l’inganno non sia il primo e che la donna, più volte, abbia approfittato dello stato di soggezione di altri clienti per perpetrare analoghi reati. Secondo quanto accertato dagli agenti, la donna, tramite la chat di un social network, avrebbe conosciuto un uomo e, con lui avrebbe pattuito un incontro sessuale da consumare nel suo appartamento. Presentatosi nell’abitazione, all’uomo gli sarebbe stato proposto un incontro con un’altra donna lì presente.
A rapporto consumato e ricompensato con cifra esigua e contestata dalla prostituta, l’uomo avrebbe abbandonato l’appartamento.
Solo dopo alcuni minuti, recatosi in un istituto di credito per effettuare un prelievo, si sarebbe accorto di esser stato privato del bancomat e di avere nel portafogli una banconota da 50,00, palesemente contraffatta. Le rimostranze dell’uomo sarebbero state sdegnosamente respinte dalle due donne, nel frattempo raggiunte in casa, tanto da convincere la vittima a rivolgersi alla polizia.
I poliziotti hanno raggiunto il domicilio segnalato ed hanno riscontrato il contenuto del racconto del denunciante, versione integralmente confermata dalle due prostitute. Una delle due, colei che non aveva consumato il rapporto sessuale con la vittima, si è assunta la responsabilità del furto della carta bancomat ed ha aggravato la sua posizione raccontando agli agenti di avere cercato di effettuare un prelievo con quella carta, senza successo; ha, inoltre, ammesso, di avere sottratto il cellulare ad un altro cliente, in occasione di un precedente rapporto a pagamento, riconsegnandolo agli agenti.
L’appartamento della donna, infine, è risultato alimentato di energia elettrica, tramite un allaccio abusivo alla rete Enel. Indagini sono in corso per verificare la commissione di altri analoghi episodi e se, quindi, la fiorente attività di prostituzione delle due donne fosse strumentale a sistematici furti e raggiri nei confronti di clienti, quasi sempre adescati sui social network.
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