Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa Andrea Reale ha convalidato l’arresto e mantenuto la custodia cautelare in carcere per Rosario Greco, il 37enne che giovedì sera ha travolto con il suo Suv e ucciso i due cuginetti Alessio e Simone D’Antonio. L’interrogatorio di garanzia è durato poco meno di un’ora. Il suo difensore di fiducia Nunzio Citrella è entrato nel carcere di Ragusa intorno alle 8.45 di questa mattina ed è uscito prima delle 10.
«Nessun commento.
È un momento di dolore profondo per tutti e non quello di pensare a grandi strategie difensive», ha detto Citrella a MeridioNews. Il legale non ha fornito nessun particolare in merito all’interrogatorio e non ha chiarito nemmeno se Greco abbia risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari di Ragusa Andrea Reale.
I due cuginetti stavano giocando sull’uscio di casa quando sono stati travolti dalla
Jeep Renegade guidata da Rosario Greco, 37enne in odore di mafia, arrivato a folle velocità, nonostante la strada stretta. Il conducente aveva bevuto e assunto cocaina. Il più piccolo, Alessio D’Antonio, 11 anni, è morto sul colpo. La notizia della morte di Simone (12 anni) è arrivata nella mattinata in cui a Vittoria si stavano svolgendo i funerali del cuginetto Alessio.
Rosario Greco è figlio dell’imprenditore Elio, re degli imballaggi accusato di stretti legami con la mafia. A bordo dell’auto insieme a lui c’erano altri tre passeggeri, accusati di omissione di soccorso. Tra questi il 32enne Angelo Ventura, già arrestato nel settembre del 2017 per associazione mafiosa e figlio di Giambattista Ventura, ritenuto capo della Stidda a Vittoria. Il terzo già conosciuto alle forze dell’ordine è Alfredo Sortino, sottoposto a sorveglianza speciale. Il quarto passeggero è Rosario Fiore.
Nessuno di loro dopo l’impatto si è fermato per prestare soccorso perché, hanno detto alla polizia dopo essersi costituiti,
avevano paura di un linciaggio. Secondo la squadra mobile di Ragusa che ha raccolto le dichiarazioni dei passeggeri, in un primo momento non hanno fornito elementi utili a ricostruire quanto accaduto. Solo dopo averli messi con le spalle al muro, hanno raccontato la dinamica dell’incidente.
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