Inchiesta petrolio, Cozzo non risponde ai pm Presenta memoria: «Nessun favore a Gemelli»

Alberto Cozzo, commissario dell’autorità portuale di Augusta, non ha risposto ai magistrati di Potenza, ma ha presentato una memoria difensiva in cui respinge le accuse che gli vengono mosse, nell’ambito dell’inchiesta sulle estrazioni di petrolio in Basilicata che è arrivata fino in Sicilia. Nodo centrale delle contestazioni è la concessione di un pontile, ambito da Gianluca Gemelli, il compagno dell’ex ministra Federica Guidi ritenuto a capo di una cricca e che sarebbe stato il socio occulto della società Alfa Tanko. Su quel pontile era stata avanzata una richiesta da un’altra impresa, la Decal, ma l’iter è risultato particolarmente tortuoso.  

«Crediamo – ha precisato l’avvocato di Cozzo, Dario Pastore – di aver dimostrato documentalmente che i presunti ostacoli al rilascio della concessione in favore dell’unica ditta privata che aveva presentato istanza, ovvero la Decal, non sono mai provenuti dall’Autorità portuale ma da altre autorità, ovvero lo Stato maggiore della Marina militare e l’assessorato regionale all’energia». Secondo il legale «è impensabile che Cozzo abbia potuto turbare la scelta del contraente», perché per ottenere la concessione «sono richiesti dieci pareri di altrettante autorità, con un procedimento che sarebbe durato non meno di due anni: come si può pensare quindi – ha proseguito Pastore – di favorire un’altra società, ovvero l‘Alfa Tanko, che non aveva neppure presentato alcuna istanza di concessione, e se non c’erano nemmeno i pareri favorevoli?».

Secondo l’accusa, per ottenere la conferma di Cozzo – che è accusato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione alla concessione demaniale del pontile – alla guida dell’autorità portuale di Augusta, la cricca avrebbe fatto pressioni sul ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Anche per questo tra gli indagati per associazione a delinquere figura pure il vicepresidente di Confindustria nazionale, Ivan Lo Bello. Oggi l’avvocato Pastore ha nuovamente respinto pure queste accuse: «La nomina – ha sottolineato – non è per concorso, ma politica, come tante in Italia, e le relazioni sono intrattenute con soggetti istituzionali: Gemelli era il numero due di Confindustria a Siracusa, ovvero uno di quei soggetti istituzionali che devono proporre al ministro la terna dei nomi. Non ci nascondiamo dietro un dito, Cozzo ha caldeggiato la sua nomina, ma da qui a dire che sarebbe stata la contropartita per altri favori ce ne vuole – ha concluso l’avvocato – e non c’è un elemento, a quanto ci risulta, in grado di provarlo».

Redazione

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