Tre condanne e 52 assoluzioni. Si chiude così il processo di primo grado Tekno 2 sugli incentivi progettuali all’interno del Consorzio autostrade siciliane, l’ente della Regione Siciliana che gestisce l’A18 e la A20. Alla sbarra c’erano dirigenti e funzionari, accusati di avere incassato somme indebitamente.
Per il tribunale di Messina, gli unici responsabili sarebbero stati Gaspare Sceusa, condannato a sei anni e cinque giorni, Lelio Frisone, per il quale la pena è stata quantificata in quattro anni e quattro mesi, e Carmelo Cigno, condannato a cinque anni e venti giorni. Per loro, che hanno ottenuto parziali assoluzioni per alcuni capi di imputazione, è scattata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e anche la confisca del denaro già sequestrata nel 2017.
A fronte dell’elevato numero di assoluzioni, pronunciate con la formula perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non sussiste, Autostrade Siciliane, il nuovo nome del Cas dopo la trasformazione in ente economico, ha espresso soddisfazione. «Un’assoluzione che riconsegna dignità e serenità ai dipendenti – si legge in una nota -. Esprimiamo soddisfazione per la conclusione dell’iter processuale che restituisce finalmente chiarezza alla vicenda e serenità a tutto l’ente».
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