È lungo il discorso inaugurale che dà ufficialmente il via alla cerimonia per il nuovo anno giudiziario. A tenerlo è Matteo Frasca, presidente della Corte d’appello, che ha subito precisato come l’incontro di questa mattina rappresenti soprattutto «un momento di dibattito pubblico e un’occasione di confronto su tematiche e criticità giuridiche». Dopo i saluti e i ringraziamento di rito, dai funzionari della giustizia a studenti e giornalisti, il giudice passa subito ad analizzare da vicino alcuni argomenti chiave dell’anno giudiziario appena concluso. Primo fra tutti il tema della durata dei processi, da sempre piaga del nostro ordinamento giudiziario. Parla di «anni di pilotate e malevoli informazioni contro i magistrati» il presidente Frasca, «visti come causa principale della lentezza dei procedimenti. Ma non è così». Da parte del giudice, infatti, giungono solo lodi per i nostri magistrati, che mostrano di impegnarsi perché i procedimenti giungano a conclusione. A pesare moltissimo sono arretrati e risarcimenti: questi ultimi, seppur in calo nell’ultimo anno, rappresentano ancora una «spirale perversa» da superare il prima possibile. «Fare bene può significare anche fare presto», continua Frasca.
«Sarebbe inutile e pregiudizievole – aggiunge – sbrigare i contenziosi pendenti con ingiustificata velocità. I tempi del processo devono essere ragionevoli, ma non si può comprimerli». Dei magistrati palermitani premia soprattutto la forte capacità di auto organizzarsi e la maggiore produttività. Altro tema caldo, che si lega direttamente a quello della durata dei procedimenti, è quello della prescrizione, sul fronte del quale si registrano «graduali risultati positivi». Il presidente Frasca, però, ammonisce quasi subito: «È sbagliato l’accostamento fra prescrizione e tempi dei processi. Per evitare le lungaggini – dice – non si può fare un uso surrettizio della prescrizione, si fondano su principi opposti». La prescrizione è soprattutto legata al fenomeno della corruzione, «male endemico del nostro Paese, vera e propria emergenza nazionale di cui spesso ci si accorge solo per via degli scoop», torna a dire Frasca. Noi ci collochiamo al 60esimo posto su 166 Stati, in quanto a corruzione. L’impatto è soprattutto sull’economia del paese tutto.
Non aiuta, poi, l’omertà, «che nei fenomeni corruttivi è forse più marcata che nei fenomeni mafiosi e la sanzione penale non sempre ha un effetto deterrente». Si chiude con i passi avanti fatti dal nostro sistema giudiziario in ambito di telematicità e informatizzazione: grazie alla posta elettronica certificata, ad esempio, si è registrato un notevole risparmio di tempo nelle comunicazioni fra le parti in tempo reale ed è diminuito moltissimo l’accesso agli uffici di cancelleria. Ma il percorso di miglioramento è ancora molto lungo. Ultimo, i diritti umani: dalle persone con disabilità alla tutela dei minori, dalla libertà e autodeterminazione della donna ai migranti. Proprio sul fenomeno migratorio il presidente Frasca dedica le sue ultime riflessioni: lo definisce un «fenomeno dai drammatici risvolti umani e sociali, prima ancora che penali».
Il trend è in forte aumento, 128 per cento, così come per il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, coinvolti in circa 1447 procedimenti giudiziari, con un aumento del 400 per cento. Il nostro merito è quello di non avere eretto muri, ma di aver risposto al fenomeno con l’accoglienza. L’auspicio finale è quello di una maggiore efficienza ed efficacia della giurisprudenza. «C’è un cauto ottimismo nell’aria – conclude il presidente – Per via del cambiamento di rotta dei provvedimenti contro la magistratura». Rimane, secondo l’augurio di Frasca, la necessità di colmare al più presto i vuoti di organico della magistratura. «Siamo pronti alle nuove sfide».
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