«Siamo molto soddisfatti di annunciare che lo spettacolo In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce della regista e attrice Stefania Mulè verrà finalmente messo in scena nella città di Palermo al Teatro delle Balate». Esordisce così il comunicato stampa dell’associazione antimafie Rita Atria, che saluta in questo modo le sette repliche – nella settimana che va dal 14 al 22 febbraio – dello spettacolo scritto e interpretato dall’attrice palermitana Stefania Mulè. Sono previste cinque repliche per le scuole e due messe in scena serali e aperte al pubblico, il 15 e il 16 febbraio alle ore 21 al Teatro delle Balate (nel cuore dell’Albergheria).
«Il fatto che sia un teatro di Palermo a mettere in cartellone questo spettacolo è per noi particolarmente significativo – scrive l’associazione Rita Atria – non solo perché questa opera è nata in collaborazione tra la nostra associazione e l’associazione immaginArte della regista, ma perché racconta la storia simbolo di due donne siciliane e il loro cammino verso la giustizia, quella giustizia troppo spesso, ancora oggi, mortificata e annullata da una società sempre più becera, che, forse, dovrebbe provare a fermarsi ad ascoltare, a pensare, a sognare, presa idealmente per mano dall’amica più cara e più pura: l’arte. Ed è attraverso un format particolarissimo che unisce più linguaggi artistici (le parole, la musica dal vivo, le immagini video) in un unico respiro che la nostra artista riesce a fare memoria attiva legando insieme le poesie ed i pensieri di Stefania Noce, volata per mano assassina su una stella, le vicissitudini di Rita Atria ed il significato simbolico delle loro rose rosse».
Lo spettacolo racconta la storia di due straordinarie giovani donne attraverso monologhi, musica dal vivo e video immagini, come di consuetudine nelle regie dell’artista palermitana Stefania Mulè, che evidenziano il loro amore per la vita e il loro coraggioso percorso: da una parte quello di Rita la cui morte pesa sulla coscienza di tutti coloro che l’hanno abbandonata e non hanno saputo proteggerla. È la settima vittima di Via D’Amelio, insieme al giudice Paolo Borsellino, il cui volto amorevole le aveva fatto conoscere «il fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale». La scomparsa del giudice Borsellino, l’unico a chiamarla affettuosamente picciridda, aveva significato per Rita lo sgretolamento di qualsiasi possibilità di continuare nel suo faticoso percorso di denuncia, di tradimento verso quella gente di Partanna e quella politica, che l’aveva definita prima “pazza” poi “infame”; dall’altra parte quello di Stefania, che nell’ambiente giovanile ed universitario catanese era molto conosciuta per il suo attivismo e la sua passione. Militava nel movimento studentesco catanese e aveva partecipato a numerose mobilitazioni negli ultimi anni. Aveva anche scritto alcuni articoli sul sito del movimento universitario, dove si firmava Sen ed è autrice di bellissime poesie che la regista attrice Stefania Mulè riesce a fondere con le parole di Rita Atria come un unico respiro.
Stefania Noce diviene un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Muore per mano dell’ex fidanzato che non sopportava la fine della loro relazione e aveva premeditato la sua morte: lei, che tanto si è battuta per rivendicare i diritti delle donne di portare avanti le proprie scelte, è morta di femminicidio. I testi curati e adattati da Stefania Mulè hanno trovato prezioso approfondimento grazie alle informazioni e alla collaborazione con l’associazione antimafie Rita Atria e si ispira a testi quali “Una ragazza contro la mafia. Rita Atria, morte per solitudine” di Sandra Rizza nonché ai diari di Rita Atria e al materiale fornito da Rosa Miano (mamma di Stefania Noce) e ai racconti di coloro che hanno conosciuto Stefania come i componenti dell’associazione SEN. Non ultimo alla collaborazione con Paolo Scatragli, ai brani originali del cantautore Fabrizio Varchetta e alla giornalista Graziella Proto. A tutti loro l’associazione culturale immaginARTE è profondamente grata.
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