In viaggio con Janne

Una performance artistica, certo, ma il viaggio di Maria Domenica Rapicavoli e Janne Schafer per il progetto Sud Km 0 è stato anche altro.

Un furgone ” tecnologico” ma pieno zeppo di cose (tanto da non poterci dormire), viaggi in autostrada ma non solo, incontri curiosi, divertimento ma soprattutto un’intesa perfetta (o quasi) nella vita di tutti i giorni e nel lavoro.

Maria Domenica com’è stata la convivenza in pochi metri quadrati?
Io e Janne ci siamo trovate benissimo sin dall’inizio del nostro viaggio. Non ci conoscevamo prima di quest’esperienza, eppure abbiamo scoperto di avere molte affinità caratteriali e artistiche. E poi non abbiamo il tempo di litigare…siamo troppo impegnate!

Il furgone aveva un arredamento essenziale oppure era dotato di ogni comodità? Come facevate, ad esempio, per lavarvi? E per dormire?
Inizialmente il furgone era stato pensato come un vero camper ma poi lo abbiamo riempito di così tante cose che era impossibile dormire lì dentro! In Germania ci hanno ospitato i genitori di Janne, una notte abbiamo dormito persino in tenda! I primi giorni siamo andate all’Istituto Italiano di cultura dove alcuni immigrati italiani ci hanno messo in contatto con una signora che ci ha ospitato volentieri per qualche giorno. Ha notato ai piedi di Janne un paio di Reebok che indossava lei negli anni ‘80. Si è ricordata della sua giovinezza e le abbiamo ispirato fiducia. E poi abbiamo alloggiato negli alberghi offerti dai nostri sponsor.

Per le vostre destinazioni avete percorso le autostrade oppure avete preferito attraversare villaggi e paesini?
Dipende. In Germania abbiamo viaggiato principalmente in autostrada. Quando siamo arrivate vicino alle Alpi abbiamo attraversato il passo del S. Gottardo: è stato uno spettacolo, sembrava di toccarle con un dito. Quasi tutta l’Italia settentrionale e centrale l’abbiamo attraversata in autostrada, poi da Napoli siamo arrivate giù in Sicilia passando per una miriade di paesini. Siamo state sull’Etna, abbiamo fatto un giro notturno di Catania e poi ad Acicastello a fare un bel bagno.

Hai un aneddoto curioso da raccontare? Una cosa, un fatto, una persona che ti ha colpito…
A Wolfsburg abbiamo conosciuto il signor Ladu, un immigrato italiano che lavora da tanti anni alla Wolskwagen e che ha la passione per la pittura. Basta guardare il nostro blog per rendersi conto della sua stravaganza: portava un gilet pieno di spille tedesche da un lato, e di spille italiane dall’altro. E va in giro mostrando dei biglietti nei quali scrive di essere fiero delle sue origini sarde. Un uomo che lotta con due culture diverse.” Una sorta di Visconte dimezzato del terzo millennio. Più strano di così…

Roberta Attardo

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