«Non conoscevo la storia di Calogero, ma quando me l’hanno raccontata mi ha subito appassionato». Parla con emozione Roberto Chillemi del Vespa club Panormus, accorso in piazza Politeama con un piccolo manipolo di vespisti. Sono passati 34 anni da quando l’agente di polizia Calogero Zucchetto è stato ucciso a colpi di pistola mentre usciva da un bar tra via Notarbartolo e via Libertà, a Palermo. La sua è la storia di un uomo comune, che svolgeva il proprio lavoro da poliziotto con passione. Una passione che lo portava a pedinare i boss mafiosi su cui indagava a bordo del suo vespone, pagandosi anche il carburante, pur di svolgere al meglio le indagini che si sono rivelate fondamentali nella lotta al clan di Ciaculli e nelle altre borgate di Palermo.
Una vittima di mafia tra le meno conosciute, l’agente, a cui il coordinamento provinciale di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e il Vespa Club Panormus, hanno voluto dedicare una passeggiata a bordo del ciclomotore tanto caro a Zucchetto dalla Bottega dei Saperi e dei Sapori, in piazza Castelnuovo, fino a largo degli Abeti, dove è avvenuto l’omicidio. «Ogni anno ricordiamo i 900 nomi di tutti coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa, per tutte le vittime innocenti» spiega Giovanni Pagano, presidente del coordinamento palermitano dell’associazione di don Ciotti. «Noi non lasciamo indietro nessuno, questa iniziativa, che non vuole sostituirsi a quella ufficiale è per rendere omaggio alla memoria di Zucchetto».
«Se oggi possiamo fare una manifestazione del genere e vivere in una realtà più tranquilla a Palermo – aggiunge Roberto Chillemi – lo dobbiamo anche a Calogero. Le condizioni del meteo non ci hanno aiutati, non siamo tantissimi, ma contiamo di ripetere questa iniziativa ogni anno».
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