In un giardino di libri

“Una Marina di libri” si trasforma per un anno in un “giardino di libri”, nel chiostro ricco di piante di San Domenico a Palermo, dove decine di case editrici espongono le proprie opere letterarie e i propri saggi in una festa di colori e di cultura.

Una Marina di libri. Chiostro di San Domenico a Palermo

Siamo dunque arrivati alla quarta edizione di un festival del libro di Palermo che cresce: proprio come una piantina che piano, piano diventa adulta, già rigogliosa, di fronte al proprio giardiniere, Ottavio Navarra.

Il creatore della Navarra Editore e di “Una Marina di Libri” così commenta l’apertura dell’edizione 2013: “Sono contento per il successo del primo giorno di questa edizione. Il parroco del San Domenico non crede ai suoi occhi e mi ha detto che ci vorrebbe qui anche l’anno prossimo, anche perché non aveva mai visto tante persone, nemmeno per le notti dei Sepolcri.”

Coadiuvato quest’anno da un’importante adesione all’iniziativa, quella di Antonio Sellerio, Ottavio Navarra gongola ed ha tutte le ragioni per farlo. Nonostante il trasloco momentaneo, a causa dei restauri a Palazzo Steri, i membri dell’associazione Una marina di Libri hanno tutti confermato la propria presenza nella kermesse che diventa ogni anno più ricca.

In particolare, Sellerio ha anche creato una propria iniziativa di supporto dal titolo “Aspettando una marina di libri” che ha aperto la strada alla manifestazione con tre incontri a maggio dove sono intervenuti due grandi scrittori come Marco Malvaldi e Andrea Molesini.

gio Una Marina di libri 2013. Foto di Roberto Buscetta

Il programma è intenso e pieno di eventi letterari, se ne può prendere visione su www.unamarinadilibri.it per averne un quadro dettagliato.

Ne giorno dell’apertura, tra i tanti eventi e presentazioni giornalieri di grande interesse, c’è stato un dibattito accattivante dal titolo “Dalla carta alla celluloide: il cinema ha un libro sottobraccio”, dove tre personalità della  letteratura e del cinema hanno deliziato il pubblico con il racconto della propria esperienza quali scrittori, sceneggiatori o registi: Roberto Alajmo scrittore di successo e giornalista Rai, Giacomo Pilati scrittore, autore televisivo e  Costanza Quatriglio regista, quest’anno premiata con il nastro d’argento per il suo “Terramatta”. I tre sono stati “moderati” da  Franco Marineo, docente di Storia del cinema, all’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Quest’ultimo ha avuto poco da fare come “moderatore” perché il dibattito, grazie anche ai suoi input e interventi particolarmente stimolanti, si è presto trasformato in una bella e colta chiacchierata tra eruditi amici e tra relatori e pubblico, ed anche in una vera e propria “lectio-maieutica” sul passaggio da opera letteraria a film, dagli opposti punti di vista: quello dello scrittore e quello del regista.

Non sono mancate le ciniche e divertenti battute di un abbronzato Roberto Alajmo: “Lo scrittore che vede il proprio romanzo realizzato in film, si sente un poco come quegli strani mariti che godono nel vedere la propria donna tradirlo con altri uomini”. Perché è chiaro che nel passaggio da opera letteraria a film le modifiche possono anche sembrare un “tradimento” del testo “tranne, ci ricorda Alajmo,  in rari casi come nel Gattopardo, dove il film è praticamente tale e quale al romanzo”. E nello stesso momento è proprio quella messa in scena, la visione di quel film che modifica in maniera più o meno evidente il romanzo, che rende omaggio e celebra l’opera letteraria in un’altra arte, evidentemente diversa dalla letteratura.

Una Marina di libri continua oggi e domani tra incontri, dibattiti, musica attività per ragazzi (soprattutto la mattina), presentazioni  nel complesso monumentale di San Domenico e nella vicina Terrazza della Rinascente, portando i visitatori a un’esperienza che si giova anche di  sensazioni visive e tattili. Oltre al parlare di letteratura, cinema e arte, oltre a godere degli eventi musicali, aperti ieri dalla musica tradizionale popolare siciliana della Compagnia Teatro Ditirammu, il solo vedere, toccare, leggere, e anche “sentire” la presenza di tutti quei volumi colorati negli stand piazzati tra verde e arte è già di per se un piacere.

Gabriele Bonafede

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