Catania, Siracusa e Messina. Sono tre i centri, in corrispondenza delle tappe siciliane del Giro d’Italia, su cui si è concentrata l’Aci nell’elaborare i dati relativi agli incidenti stradali nel 2020, nel 2021 e nel 2022. Nel Comune di Catania, soltanto nel 2020, si sono registrati 967 incidenti stradali con morti o feriti gravi, che hanno causato il decesso di undici persone. Secondo le rilevazioni Aci-Istat, i dati più preoccupanti riguardano le strade urbane, teatro della maggior parte degli episodi, con 887 incidenti e dieci morti. Le principali concause sono state rilevate nel mancato rispetto della segnaletica e nell’eccesso di velocità, mentre i mesi estivi hanno fatto registrare il prezzo più alto in termini di decessi (ben cinque, soltanto tra giugno e agosto). All’interno della casistica degli incidenti risultano coinvolte 25 biciclette, per un totale di 27 ciclisti feriti: oltre la metà degli episodi è avvenuto su strade rettilinee.
Nel Comune di Messina, nell’anno 2020, si sono verificati 624 incidenti stradali, le cui
conseguenze hanno portato a un totale di sei morti e 838 feriti con lesioni gravi. Gli episodi sono stati
registrati principalmente dal lunedì al sabato, con dati dimezzati invece in relazione alle giornate di
domenica, e innanzitutto nei mesi estivi, dato che quattro decessi su sei si sono verificati tra giugno
e settembre. Rilevanti i dati riguardo il coinvolgimento di biciclette: nell’arco dei dodici mesi, infatti,
risultano 25 ciclisti feriti e uno morto. In provincia, invece, i
decessi sono stati 13 e, prevalentemente, su tratti autostradali, con agosto quale mese nero (153 incidenti sui 1088 totali nel 2020). Tra gli utenti della strada che hanno perso la vita, uno era
un ciclista e due erano pedoni.
In provincia di Siracusa nel 2019 si sono registrati 941 incidenti stradali con vittime o feriti
gravi, scesi a 723 nel 2020, quando però il numero di deceduti è rimasto pressoché analogo: 20
rispetto ai 21 di dodici mesi prima. Sulle strade urbane si verifica il maggior numero di incidenti,
anche se gli episodi mortali fuori dai centri abitati (dieci) sono il doppio di quelli in città (cinque):
interessata, in particolar modo di notte, la fascia d’età dai 18 ai 29 anni, mentre oltre un decesso su
tre avviene nel fine settimana. E i dati più preoccupanti vengono registrati nei mesi estivi, tra giugno
e agosto soprattutto. I ciclisti feriti nel 2019 sono stati 33, scesi a 26 ma con un morto nel 2020,
determinando un’incidenza del quattro per cento (tra morti e feriti) sul numero complessivo degli incidenti, dato
che sale al 20 per cento se si considerano invece i pedoni (sei deceduti e 114 feriti nel biennio 2019-2020).
È quanto emerge da Rispettiamoci, l’iniziativa giunta alla quarta edizione e promossa da Aci in occasione del Giro d’Italia, per indirizzare verso i corretti comportamenti di guida, specie quando gli automobilisti incontrano chi pedala o i pedoni. I numeri degli incidenti stradali invitano a riflettere sulla sicurezza delle strade,
in particolare
a tutela dei ciclisti, dei pedoni e della micro-mobilità in costante crescita. I
dati a disposizione riguardano il 2019, anno oramai definito pre-pandemico, e il 2020, l’anno della
pandemia da Covid-19, in cui si è registrata una forte diminuzione del traffico e degli spostamenti, dovuta al lockdown, totale e parziale.
Nel 2019 si è assistito a un leggero incremento nelle percorrenze medie annue, con un aumento del 5,6 per cento rispetto al 2018. La vendita di biciclette e di e-bike nel 2019 è aumentata del 7 per cento rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto alla diffusione proprio delle e-bike, da sole cresciute del 13 per cento (passando da 173mila a 195mila pezzi venduti, con 1,713 milioni di unità in totale). Aumenta
anche l’uso di altre forme di
micro-mobilità elettrica, in particolare i monopattini (+100mila in uso in Italia), che ai fini della circolazione stradale sono stati equiparati alle biciclette (legge 160 del 27 dicembre 2019). Tutto questo però è stato inaspettatamente e improvvisamente superato nel 2020, con l’arrivo della pandemia da Covid-19 che ha letteralmente stravolto le abitudini di tutti, con forti
ripercussioni sulla mobilità che continueranno a protrarsi nel prossimo futuro.
Si assiste a una
forte ascesa della bicicletta come mezzo di trasporto: nel 2020 le vendite hanno
raggiunto
più di due milioni di pezzi, con un aumento del 17 per cento rispetto al 2019, mentre le vendite di
e-bike sono aumentate addirittura del 44 per cento.
Tra i motivi dell’incremento ci sono anche gli incentivi governativi all’acquisto delle bici, ma anche la necessità di distanziamento e la paura di assembramenti sui mezzi pubblici dovuti alla pandemia. A ciò si aggiunga l’impressionante numero di monopattini elettrici venduti nel 2020: 125mila (+140%) solo nei primi sette mesi dell’anno. La ricerca condotta da Isfort mostra come nel periodo post-lockdown (nel periodo compreso tra il 18 maggio e il 15 ottobre) sia aumentata la quota di
mobilità dolce (popolazione che si sposta a piedi, in bicicletta o in monopattino: +11 per cento) a discapito
di tutti i mezzi motorizzati, ma
soprattutto del Trasporto pubblico locale (Tpl). In questo contesto, in cui la mobilità ha subito una battuta d’arresto come mai si era verificato prima, un ritorno positivo è sicuramente dato dalla diminuzione di incidenti stradali, dovuta alla minore esposizione al rischio.
La prima metà del 2021 evidenzia il recupero della quota modale dell’auto, ormai ai livelli pre-Covid, rispetto alla mobilità dolce, in riassestamento dopo la grande crescita del 2020. Anche dal mercato provengono gli stessi segnali: dopo un boom di vendite di biciclette nel
2020, il mercato complessivo nel 2021 ha segnato
una flessione del 2 per cento, pur essendo aumentate le
vendite di e-bike. Per quanto riguarda l’incidentalità, da un’analisi sui dati della polizia locale dei grandi Comuni disponibili, si registrano valori pressoché stabili rispetto al 2020 o al più in lieve aumento, soprattutto nell’ultimo trimestre.
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