L’INIZIATIVA E’ STATA ADOTTATA A PALERMO DA GREENPEACE, WWF E MOVIMENTO 5 STELLE. LE SOLITE PROMESSE MANCATE DEL PRESIDENTE CROCETTA
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars, Greenpeace e il Wwf chiedono alla Regione siciliana di fermare le trivellazioni petrolifere per puntare sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili pulite e sulla biodiversità e per tutelare le economie della pesca e del turismo.
Per questo stamattina hanno protestato davanti alla sede della presidenza della Regione, a Palermo, avviando simbolicamente il “tavolo tecnico” contro le trivelle in mare, promesso un anno fa dal Presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’assessore all’Ambiente, Mariella Lo Bello, ma mai avviato.
Anzi, le mosse regionali sono andate in senso diametralmente opposto alla tutela del mare. Mentre Crocetta e l’assessore Lo Bello promettevano il tavolo, la maggioranza all’Ars approvava misure incentivanti per le estrazioni petrolifere.
“Le estrazioni petrolifere nel canale di Sicilia – affermano Alessandro Giannì di Greenpeace e Angela Guardo del WWF – non solo mettono in pericolo l’ecosistema e la ricca biodiversità di quest’area, ma anche tutti quei settori dell’economia, come la pesca e il turismo che dipendono dal mare”.
Per Greenpeace e WWF, niente come il petrolio e le trivelle disincentiva l’attività economica, produttiva e imprenditoriale in Sicilia, come dimostrano i ripetuti incidenti al petrolchimico di Gela.
Il mare è il vero petrolio, l’oro blu, su cui la Regione aveva promesso di voler puntare.
E’ passato un anno – afferma il Cinquestelle Giampietro Trizzino, presidente della commissione Ambiente all’Ars – dalla promessa di Crocetta e del suo assessore di avviare un tavolo tecnico con il Governo nazionale sulla questione delle trivellazioni off-shore. Un anno di silenzio totale, un anno in cui si è preferito parlare di rimpasti e spartizione di poltrone. Hanno superato ogni limite”.
La situazione, per il mare siciliano, non è destinata a migliorare. Edison ed ENI stanno per essere autorizzati a trivellare fino a ventuno pozzi al largo di Pozzallo per l’estrazione di bitume con la piattaforma “Vega b”.
Una follia – dice Trizzino – che non genera occupazione, visto che la piattaforma sarà automatizzata, e che rischia di avviare la corsa all’oro nero nel canale di Sicilia.
Nota a margine
La presa in giro del presidente Rosario Crocetta sulle trivellazioni fa il paio con tante altre prese in giro. Ne ricordiamo solo due: il Muos di Niscemi, al quale Crocetta, in campagna elettorale, si era impegnato a sbaraccare. E l’impegno, assunto sempre dall’attuale presidente della Regione – e sempre nella campagna elettorale delle elezioni regionali del 2012 – di tornare alla gestione pubblica dell’acqua. Che invece è ancora nelle salde mani dei privati.
Che garanzie può dare a 5 milioni e oltre di siciliani un personaggio politico che non mantiene impegni così importanti?
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