In Sicilia politiche attive del lavoro nella mani pubbliche. Forma Sicilia: “Ne prendiamo atto”

CON IL VAGLIO DI LEGITTIMITA’ DEL COMMISSARIO DELLO STATO SUL TESTO DI LEGGE, SI CHIUDE DEFINITIVAMENTE L’ACCESSO AI PRIVATI IN QUESTO SETTORE. RESTA DA CAPIRE SE SI AVRA’ – COME SI SPERA – UN MIGLIORAMENTO DEL SERVIZIO. O SE I FONDI EUROPEI E NAZIONALI DI QUESTO SETTORE VERRANNO DIROTTATI ALTROVE

Dopo le polemiche registrate a seguito dell’esclusione dei soggetti privati dalla gestione dei Servizi formativi, la quiete pare essere tornata nel settore. Esclusione per effetto dell’approvazione all’Ars della norma modificativa, fortemente voluta dal Governo del presidente Rosario Crocetta, dell’articolo 12 della legge regionale 26 novembre 2000, n.24 che ha individuato in Ciapi di Priolo come unico soggetto destinatario delle politiche attive del lavoro in Sicilia, che aveva mandato su tutte le furie le associazioni degli enti formativi.

Riportiamo, a tal riguardo, una nota dell’associazione Forma Sicilia.

“Forma Sicilia esprime una valutazione positiva relativamente alla notizia diffusasi nella serata di ieri del passaggio al controllo del commissario dello Stato della norma che riordina i servizi al Lavoro nella Regione siciliana. I vertici dell’Associazione prendono rispettosamente atto delle valutazioni e delle decisioni del Governo della Regione siciliana e dell’Assemblea regionale siciliana e del vaglio di legittimità del Commissario dello Stato. Il vaglio di legittimità, come le leggi, va rispettato e non commentato”.

“Se la norma riguardante la riorganizzazione dei servizi al Lavoro è preordinata al miglioramento dei servizi e all’inizio di un percorso di stabilità e certezza per gli operatori del settore – si legge nella citata nota – l’Associazione non può che esprimere il proprio compiacimento coerentemente all’indirizzo fino a questo momento sempre perseguito di avere certezza delle norme”.

Non manca però la stoccata, degli enti associati a Forma, all’esecutivo regionale ‘reo’ di aver monopolizzato il settore in Sicilia, trasformandolo in pubblicistico e privando il libero accesso al settore.

“Il primato della legalità e il rispetto dei propri ruoli impone l’osservanza dei principi stabiliti dalla Costituzione e dallo Statuto autonomistico, e in questa sede si ritiene importante richiamare anche quelli di solidarietà orizzontale, di uguaglianza, non solo formale, ma anche sostanziale, della tutela dell’iniziativa privata e dell’accesso alle pari opportunità”.

Nota a margine

Solo un dubbio: la Regione siciliana ha preso in gestione diretta le politiche attive del lavoro nella nostra Isola per risparmiare e, quindi ottimizzare e migliorare le stesse politiche attive del lavoro, o per utilizzare questi fondi – che sono europei e nazionali – per tappare i ‘buchi’ di altri settori dell’Amministrazione?

Nel primo caso, ben vengano il miglioramento e l’ampliamento del servizio, anche in termini di occupazione.

Nel secondo caso, addio alle politiche del lavoro…

 

 

Giuseppe Messina

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