«Non si trovano nelle rilevazioni degli anni passati dati simili per il mese di giugno: siamo di fronte a una situazione del tutto inedita». I siciliani se ne sono accorti di certo sentendolo sulla loro pelle, ma adesso ci sono i dati a certificare che le ondate di caldo di questo giugno appena trascorso sono state particolari. «Inedite sì, ma senza nessuna sorpresa – analizza a MeridioNews Luigi Pasotti, dirigente dell’unità operativa della sede di Catania del Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias) della Regione – Perché quella che stiamo vivendo è una condizione largamente prevista: dato l’aumento delle temperature globali era prevedibile che si battessero dei record anche qui sulla nostra Isola. Anzi, sarebbe stato strano il contrario». E a essere stato battuto sopra ogni altro è il record dei giorni tropicali (quelli in cui la temperatura massima registrata è superiore a trenta gradi) nel primo semestre dell’anno. «In questo senso – sottolinea Pasotti – a giugno si sono raggiunti livelli che in passato, almeno negli ultimi cento anni, non erano mai stati sfiorati». In pratica, quello che ci siamo appena lasciati alle spalle è il giugno più caldo della storia meteorologica dell’Isola.
«Le due intense e prolungate ondate di caldo torrido del mese di giugno non hanno prodotto dati anomali dal punto di vista degli estremi di temperatura – analizza l’esperto del Sias – ma per la loro durata». In passato, infatti, ci sono state punte più alte di temperature ma meno prolungate nel tempo. Al momento le medie regionali delle massime assolute registrate dalle stazioni Sias nel 2006, nel 2007 e nel 2021 restano insuperate. Quest’anno la temperatura massima assoluta del mese è stata registrata il 29 giugno dalla stazione di Siracusa in contrada Monasteri (tra Floridia e Canicattini Bagni) con 43,6 gradi. La stazione Sias con la temperatura media mensile più elevata è stata Francofonte (sempre in provincia di Siracusa) con 28,45 gradi. «L’anomalia da record di queste ondate di caldo, però – spiega Pasotti – sono stati i giorni tropicali, mai così tanti da quando esistono le misurazioni». A essere colpita in maniera particolare è stata la parte più occidentale della Sicilia con le province del Trapanese e del Palermitano. Nel capoluogo (dall’inizio dell’anno al 30 giugno) ci sono stati 26 giorni tropicali, quattro in più rispetto al 2003 che finora era considerato l’anno peggiore di riferimento per il caldo. Più grave la situazione nel Trapanese dove i giorni in cui si è superata la soglia dei 30 gradi sono stati 34 a fronte dei 25 di 19 anni fa. «Nella parte orientale dell’isola, specie nella fascia ionica, nonostante afa, umidità e temperature alte – aggiunge il dirigente del Sias – non si sono registrate spiccate anomalie».
Manifestazioni locali del fenomeno globale del cambiamento climatico. «Non è il singolo anno che deve preoccupare – afferma Pasotti – ma una serie di segnali che le cose stanno cambiando in modo pericoloso. Ragione per cui è tempo di imboccare con decisione una inversione di rotta per cambiare direzione. Anche perché le conseguenze sono tante e immense». Dall’aumento dei consumi di elettricità e acqua alla crescita del fabbisogno delle coltivazioni fino all’incremento del rischio incendi. «”Gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile” è uno slogan in voga che rende bene l’idea – spiega l’esperto – I cambiamenti climatici sono una realtà con cui dobbiamo fare i conti e, per questo, è necessario portare avanti tutte le misure di adattamento possibili. Allo stesso tempo, però, si deve mettere un freno alle emissioni di gas serra e si devono mettere in atto delle trasformazioni nella produzione e negli usi dell’energia, altrimenti – conclude Pasotti – ci troveremo di fronte a una situazione ingestibile».
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