In ricordo di Rocco Chinnici

da Giuseppe Scianò e Giovanni Basile
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ricordano – con emozione e con indignazione – che la mattina del 29 luglio 1983, a Palermo, in Via Pipitone Federico, alcuni sicari della Mafia assassinarono il Magistrato ROCCO CHINNICI e, con lui, il Maresciallo MARIO TRAPASSI, l’Appuntato SALVATORE BARTOLOTTA ed il Sig. STEFANO LI SACCHI.

Il tutto, com’è noto, era avvenuto facendo esplodere un’AUTOBOMBA. Un attentato alla “LIBANESE” – come si diceva allora – finalizzato anche a creare un clima di terrore e di disorientamento nell’opinione pubblica siciliana. Si voleva fare passare la tesi che la MAFIA avesse compiuto un arrogante “SALTO DI QUALITA’” – anche in campo tecnologico- con il quale avrebbe potuto far fronte, in modo più adeguato, al maggiore volume di “AFFARI” messi in moto in ogni settore. Ed avrebbe potuto, altresì, consolidare il proprio ruolo EGEMONE nella vita economica e politica della Sicilia.

Con quell’attentato, particolarmente devastante, sanguinoso e spettacolare, la Mafia aveva voluto, intanto, “punire”, in modo specifico, ROCCO CHINNICI, il coraggioso ed onesto MAGISTRATO siciliano che si era posto, con la sua “CULTURA” del DOVERE e della LEGALITA’, in primo piano nella lotta contro la stessa Mafia. In netta controtendenza e con successo. Il che non era affatto poco, in una Sicilia nella quale la maggior parte dell’opinione pubblica sembrava quasi rassegnata a subire la forza e l‘invadenza del potere mafioso.

Insomma: ROCCO CHINNICI era diventato il simbolo ed il punto di riferimento della Sicilia onesta e laboriosa, della Società Civile e della vera “LEGALITA’”, all’interno ed all’esterno delle Istituzioni, che volevano, invece, lottare e reagire. Da qui, la scelta mafiosa di un ATTENTATO con finalità TERRORISTICHE e STRAGISTE, che non desse possibilità di sopravvivenza all’eroico Magistrato.

Quell’attentato, per gli ASSASSINI e per i loro IGNOBILI MANDANTI, fu, tuttavia, un BOOMERANG, perché l’opinione pubblica siciliana reagì con molta determinazione. La lotta per la LEGALITA’ e contro la MAFIA acquisì nuovo vigore e una maggiore partecipazione popolare. E CHINNICI diventò uno dei più ammirati EROI del nostro tempo. Il cui ESEMPIO è ancora valido ed attuale.

Nel rendere omaggio a ROCCO CHINNICI e alle altre Vittime della strage del 29 luglio 1983, l’FNS si permette di ribadire, con umiltà ma con fermezza, l’AUSPICIO che si vada sempre più a fondo nella ricerca della verità e delle COMPLICITA’ e che nessuno dei grandi delitti e delle infami STRAGI, che si verificarono nella seconda metà del secolo scorso, venga considerato un CASO RISOLTO o comunque CHIUSO.

L’FNS ribadisce, infine, l’ASSIOMA secondo il quale la Sicilia sarà veramente libera se si sarà, prima, liberata dalla Mafia.

Non aggiungiamo altro, anche perché al BUON INTENDITORE bastano poche parole.

 

A N T U D U !

Foto tratta dait.wikipedia.org

 

 

 

 

 

 

Redazione

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