In pochi con la scopa per PuliAmo Catania D’Agata: «Porta a porta in un quartiere»

«Chi fu? Cu è ca mossi?». E’ il commento sfuggito di bocca ad una ragazzina alla vista di un gruppo di persone accalcate sulla ringhiera del fossato che costeggia il Castello Ursino, in piazza Federico di Svevia. In fondo allo scavo nessun macabro rinvenimento, ma uno spettacolo che non capita di vedere tutti i giorni: il sindaco di Catania, Enzo Bianco, guanti e sacchetto di plastica in mano, intento a raccogliere rifiuti da terra. Anche il primo cittadino, infatti, circondato da fotografi, giornalisti e curiosi, si è sporcato le mani – è proprio il caso di dirlo – in occasione di PuliAmo Catania, iniziativa di sensibilizzazione civica in cui il Comune etneo ha invitato i catanesi a dare una ripulita alla città. Portando con sé scopa e paletta, perché «chi ama Catania la tiene pulita».

L’evento stamattina ha coinvolto volontari ed operatori ecologici, accompagnati dagli assessori della giunta, in sette diverse aree cittadine, una in ogni municipalità: piazza Ognina, piazza Michelangelo, piazza Bonadies, piazza Eroi d’Ungheria, rotonda dell’Aeroplano, in via San Giuseppe La Rena, e piazza della Chiesa madre, a San Giovanni Galermo. Un’operazione «dal forte valore simbolico» ha precisato Bianco, «che ripeteremo in altri luoghi e in altri momenti perché Catania è la nostra casa e la dobbiamo tenere pulita».

L’iniziativa – «organizzata in fretta e furia» per stessa ammissione del sindaco – , complice forse il caldo torrido o la stagione balneare in piena attività, non ha raccolto un numero entusiasmante di partecipanti. Ad indossare la maglietta bianca raccomandata dall’organizzazione e l’adesivo con il logo – un cuore in rosso e azzurro – erano in pochi. Tra i più attivi una coppia di bambini del quartiere che, sorridenti e orgogliosi dei loro sacchetti pieni di rifiuti, hanno raccolto complimenti a destra e a manca e si sono lasciati fotografare dai giornalisti. Con la scopa sotto braccio anche la signora Agata, 61 anni, che, incurante del sole cocente, ha dato una mano a liberare il terreno dalla sporcizia lasciata dai suoi concittadini. «Faccio la mia parte», dice, precisando che, a suo avviso, «basta poco per contribuire». Un esempio? «Evitare di buttare a terra lo scontrino o la cicca di sigaretta».

Sicuramente in numero maggiore rispetto ai cittadini, erano i dipendenti dell’Ufficio ecologia del Comune e gli operatori della aziende private che gestiscono la raccolta dei rifiuti a Catania: Oikos e Ipi. A lavoro fin dalle 8 di mattina, aiutati dai volontari di diverse associazioni, hanno ripulito piazza Federico II da cartacce e altra spazzatura abbandonata in strada. Anche se, ammettono i presenti, il piazzale che circonda il Castello Ursino era già «abbastanza pulito». Dimenticando forse il tappeto di escrementi di cani che ricopre le aiuole verdi, piaga per residenti e passanti. «Qui è pieno di feci, tutti i giorni e a tutte le ore – lamenta una signora che risiede a pochi metri dal Castello – Abito qui da 50 anni e non ho mai visto fare un verbale», afferma arrabbiata rivolgendosi ai tecnici comunali.

Ma basta percorrere qualche metro ed entrare in via Vela per ritrovarsi davanti ad una microdiscarica zeppa di assi di legno e altri rifiuti ingombranti, ad angolo con via dei Magazzini. Proprio sotto ad un cartello comunale che, invece, impone il divieto di discarica. Segnalato dai cittadini, l’ammasso di materiali di scarto «verrà eliminato oggi stesso», assicurano i rappresentanti dell’amministrazione.

«Se ci sono gli spazzini, perché dobbiamo pulire noi?», si chiede un ragazzo che, in fondo alla piazza, assiste allo spettacolo. A rispondergli, anche se non direttamente, ci pensa il primo cittadino. «Il gesto di oggi è simbolico – sottolinea Bianco – la responsabilità è del Comune e delle aziende che svolgono il servizio, ma molto dipende dai cittadini», spiega ringraziando i volontari che hanno partecipato alla pulizia. In piazza Federico di Svevia come in tutta la città. «Oggi abbiamo voluto lanciare un grande messaggio – aggiunge l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata, intervenuto con maglietta bianca d’ordinanza e cappello di paglia in testa – per dire a tutti i catanesi che i luoghi della città sono di tutti e bisogna trattarli come casa nostra».

Gli amministratori hanno voluto sottolineare che PuliAmo Catania è solo il primo di una serie di passi volti sì a sensibilizzare, ma anche a rivedere il sistema della gestione degli scarti in città. «A settembre presenteremo nuove iniziative per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, su cui siamo già a lavoro insieme all’assessore all’Ecologia», annuncia Bianco. Prima tra tutte la «modifica del servizio di raccolta, incrementando la differenziata, che attualmente è ferma all’11 per cento», aggiunge D’Agata. «Livelli bassi», secondo l’assessore, tenendo conto che, «a quanto dice la normativa, entro il 2015 tutti i comuni dovrebbero raggiungere il 65 per cento». In cantiere, anche se con tempistiche incerte, un primo accenno di porta a porta, «magari partendo da un quartiere», spiega l’assessore, precisando che, però, per molti interventi bisognerà attenersi ai «contratti con le aziende Ipi e Oikos, firmati fino al 2016». «Non posso dire che riusciremo a raggiungere l’obiettivo entro il 2015 – conclude – ma faremo di tutto per innescare da subito un’inversione di tendenza», assicura.

Presente in piazza anche l’assessore Valentina Scialfa, con delega, tra le altre, a Scuola e Cittadinanza responsabile. «Restituire decoro urbano alla città è una delle priorità», precisa. Un messaggio da diffondere tra tutti i cittadini, «a partire dai più piccoli», sottolinea. Per questo, a settembre, PuliAmo Catania si ripeterà coinvolgendo i ragazzi delle scuole. «Iniziative come questa – precisa Scialfa – hanno una grande forza educativa e sociale nel diffondere il rispetto per le cose che ci appartengono. Bisogna rispettare e dare lustro alla città, perché Catania è patrimonio di ognuno di noi».

Perla Maria Gubernale

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