In memoria di Placido Rizzotto

Pubblichiamo l’intervento
di Placido Rizzotto
nipote del sindacalista omonimo ucciso
dalla mafia 64 anni fa. Un discorso tenuto
in occasione dei funerali di Stato
celebrati a Corleone lo scorso 24 maggio
alla presenza del Presidente della Repubblica

Giorgio Napolitano

Zio Placido

Io non ti ho conosciuto personalmente ma solo attraverso le parole appassionate dette da quanti ti hanno vissuto accanto. Nonno Carmelo, che ha lottato per ottenere giustizia ed avere restituito il corpo del figlio. Nonna Rosa sempre vestita di nero per quel figlio che non tornò più.

Non avuto una tua carezza, però ho avuto un grandissimo dono: l’orgoglio di portare il tuo nome! Questo mi ha fatto, spesso, sentire quel figlio che non hai potuto avere.

Mi parlavano di un ragazzo sveglio, cresciuto in fretta.

Mi parlavano di un uomo generoso ed allegro.

Poi il militare, poi la guerra.

L’8 settembre del ‘43, come tanti altri giovani hai iniziato una lotta per liberare il Paese dalla dittatura e costruire un’Italia migliore. Ha lottato con la generosità che ti contraddistingueva con tanti altri giovani al tuo fianco parlando di giustizia sociale, diritti per i lavoratori.

Tornato nella tua Corleone hai trovato che al posto dei fascisti c’erano altri padroni, altri prepotenti e per la povera gente esisteva sempre la stessa miseria.

Hai iniziato una intensa attività politica nel partito socialista, e come sindacalista nella Cgil, spiegando ai contadini che esisteva una legge che avrebbe consentito di ottenere terreni in affitto da lavorare e questo avrebbe migliorato le loro condizioni di vita.

E la gente ti capiva, ti seguiva e ti amava.

Come te, altri uomini in tutta la Sicilia in quegli anni coltivavano il sogno di libertà e di riscatto delle condizioni dei contadini. Nel rispetto delle leggi dello stato chiedevate: TERRA, DIRITTI E LAVORO.

Uomini che avevate l’orgoglio di guardare negli occhi i propri figli.

Ma per questo siete stati tutti barbaramente uccisi. 42 sindacalisti.

Voi siete stati uccisi perché volevate avere anche l’orgoglio di poter guardare negli occhi i figli della povera gente, coscienti che con le vostre battaglie avreste gettato le basi per un loro futuro migliore.

Questo era il pericolo per i latifondisti, per la mafia e per quella parte delle istituzioni che di loro si serviva per mantenere lo stato delle cose.

Per tutti voi era stata scritta una storia di oblio. Per tutti veniva negata la matrice politico sindacale per le attività svolte.

Per te era stata scritta una storia terribile: cancellazione fisica e della memoria. Gettato in una buca “dove nessuno lo troverà più”. disse Luciano Liggio.

Il tentativo di cancellare la tua memoria è da subito, però, miseramente fallito in quanto da sempre sei diventato il simbolo di tutti quei dirigenti sindacali che hanno pagato con la vita il loro impegno.

Io ho portato avanti il desidero di tutta la famiglia di poter arrivare a questo giorno in cui finalmente potrai riposare in una tomba. Nel corso degli anni ho lanciato tanti appelli. Con l’occasione ringrazio quanti hanno profuso il loro impegno, ed un particolare ringraziamento voglio porgere alla Polizia di Stato,per il raggiungimento di questo risultato.

Si è alimentata spontaneamente in vasti settori dell’opinione pubblica la proposta di celebrare l’evento con solenni funerali di Stato e ringraziamo vivamente il Presidente del Consiglio per la scelta di accogliere la richiesta e ringraziamo sentitamente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che oggi ha voluto essere presente.

Ora, però, mi rimane un sogno, condiviso con altri familiari dei sindacalisti uccisi in quel periodo. Oggi ci accorgiamo che questo sogno è largamente condiviso da tantissimi italiani, allora ci convinciamo che forse potremo finalmente realizzarlo. Si deve riscrivere la storia di questi uomini che hanno lottato per costruire una nuova Repubblica fondata sul lavoro sui diritti e sulla legalità.

Oggi chiediamo giustizia e verità per tutti questi sindacalisti.

Oggi dedichiamo una preghiera a tutti loro ed anche a tutte le vittime delle mafie ancora senza tomba.

Spesso le date hanno un significato simbolico.

Il 24 maggio del 1915 il placido Piave mormorava… “NON PASSA LO STRANIERO”

Oggi 24 maggio da Corleone, nel nome di Placido si levi un grido:

“NON PASSI MAI PIU’ LA MAFIA”

Ciao zio Placido, tu oggi hai vinto

Riposa in pace!

Ora tocca a noi vincere!

Foto tratta da vip.it

 

 

 

Redazione

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