In corso autopsie su corpi, off limits cimitero I sopravvissuti: «Picchiati, morivamo come topi»

Nessuna donna e nessun bambino. Sono tutti uomini le vittime dell’ennesima tragedia dell’immigrazione nel Canale di Sicilia. Le salme sono giunte ieri sera al porto di Palermo a bordo del pattugliatore svedese Poseidon, 52 corpi in stato di decomposizione, sistemati in una cella frigorifera e trasferiti al cimitero dei Rotoli. La Procura, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio plurimo, ha disposto le autopsie sui cadaveri. Tredici medici legali in collaborazione con gli esperti della Polizia scientifica sono al lavoro da stamattina per accertare le cause del decesso dei migranti, che hanno trovato la morte chiusi nella stiva dell’imbarcazione fatiscente. 

Quando i soccorritori hanno raggiunto la carretta del mare di appena 20 metri si sono trovati davanti una scena agghiacciante: vivi e morti stipati in uno spazio angusto, alto appena un metro e mezzo, senza aria, immobilizzati e picchiati. «Morivano come topi, senza ossigeno e non ci facevano uscire» hanno raccontato ai soccorritori i sopravvissuti. In molti hanno perso amici e familiari nella barca dell’orrore. Gli investigatori della Squadra mobile hanno fermato 10 presunti scafisti. Il provvedimento, dopo il visto del procuratore aggiunto Maurizio Scalia, che coordina le indagini, sarà trasmesso al gip per la convalida. Ad incastrarli ci sono le testimonianze dei superstiti, tutti magrebini, che hanno visto morire i loro compagni di viaggio. Nella stiva erano stati ammassati in 200, in prevalenza pakistani e uomini di colore. Per la traversata sul barcone della morte ogni migrante avrebbe pagato tra i mille e i mille e duecento dollari

Adesso toccherà all’autopsia far luce sulle cause della morte, sopraggiunta per le esalazioni dei gas di scarico del motore, ma probabilmente anche per le ferite inferte ai migranti che chiedevano di uscire dai loro aguzzini. Dopo gli accertamenti necessari alle indagini condotte dalla Squadra mobile su delega della Procura, bisognerà trovare spazio sufficiente per dare degna sepoltura a tutte le salme. A Palermo, infatti, non ci sono loculi disponibili e da ieri si sta sondando la disponibilità dei comuni del comprensorio. 

Intanto in via precauzionale il Comune ha chiuso il cimitero dei Rotoli. La decisione, spiegano da Palazzo delle Aquile, è stata adottata per «rischi igienico-sanitari»: i cadaveri a causa delle alte temperature sono già in stato di decomposizione. Il camposanto, dunque, resterà off limits sino a quando non saranno ultimate le autopsie sui 52 corpi, che dovrebbero concludersi nell’arco di 4-5 giorni. Da ieri sera le salme sono state trasferite dal porto al cimitero a bordo di un camion con un cella frigorifera, noleggiato dal Comune. 

Rossana Lo Castro

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