In bici dal Lazio a Punta Secca per firmare il contratto L’amore per il basket e la sfida vinta di Riccardo Nardi

In bici da Cisterna di Latina, nel Lazio, fino a Punta Secca, città simbolo del commissario Montalbano. Quasi 1000 chilometri per firmare un nuovo contratto di lavoro. Questa è la storia di Riccardo Nardi, cestista di 24 anni che senza pensarci su è salito in sella alla sua bici e armato di sacco a pelo ha percorso lo stivale fino ad arrivare nel sud della Sicilia. Qui, oltre alla sua compagna, ad aspettarlo anche i dirigenti dell’Olympia Basket Comiso che gli hanno offerto un posto in squadra per il prossimo campionato di Serie C Silver. Un viaggio pieno di speranze ed emozioni che gli permesso di riflettere e concentrarsi su stesso accarezzando con la sua bici gli incantevoli luoghi che ha attraversato dal litorale laziale fino alle coste calabre passando per il Cilento. «È stata un’avventura incredibile – afferma a MeridioNews Nardi – un viaggio alla riscoperta di me stesso ma soprattutto una sfida vinta. Una sfida contro i miei limiti e le mie insicurezze. Fino a qualche tempo fa pensavo a divertirmi senza costruire nulla di concreto. Ma ad un certo ho capito che dovevo pensare a me e al mio futuro così ho cominciato a riordinare la mia vita ed a essere più concreto a partire dall’università. E poi il basket, il mio eterno amore e che ancora adesso è il mio lavoro, non l’ho mai abbandonato».

Nardi muove i primi passi con la palla a spicchi nell’Eurobasket Roma. Poi la sua prima grande occasione nel 2019 a Ragusa. Si trasferisce in terra iblea per giocare nella Virtus. Qui Riccardo conosce anche la sua attuale compagna, Giulia, e insieme intraprendono un cammino d’amore. Poi si trasferisce a Pescara sempre per giocare a basket, successivamente a Campli e in quest’ultimo anno a Reggio Calabria. Giovane ma con una carriera cestistica ben consolidata alle spalle. E adesso porta la sua esperienza da playmaker nella squadra dell’Olympia Comiso del presidente Biscotto.

«Quando mi hanno chiamato – prosegue il giovane cestista – sono stato felice perché in quella provincia oltre a trovare l’amore mi sono trovato benissimo e ho un sacco di amici che per me ormai sono come fratelli. Ho pensato subito che potesse essere una buona occasione di lavoro e cosi senza pensarci troppo sono salito sulla mia bici e un po’ da incosciente ho cominciato a pedalare per arrivare in terra sicula. Iniziavo il viaggio alle 6 del mattino e pedalavo fino alle 11 e poi ricominciavo alle 15 fino alle 19. Pedalavo per circa 9 ore al giorno e la sera dormivo in strutture che trovavo nel mio cammino soprattutto B&b, anche se avevo con me il sacco a pelo».

Non sono mancate però le difficoltà. Nardi si è trovato molte volte in alcune zone impervie in cui soltanto la sua tenacia e la volontà di andare avanti hanno permesso di superare ostacoli insidiosi. «Sulle montagne del Cilento prima e in quelle calabre dopo ho incontrato alcuni problemi. Le strade, le salite e a volte anche la stanchezza mi hanno fatto faticare non poco ma non mi è passato mai in mente di mollare. Dall’altra parte però la gente che ho incontrato, i luoghi che ho visto e le situazioni che ho vissuto mi hanno dato una carica enorme. Mentre pedalavo ho avuto tanto tempo per pensare: al passato, alle mie esperienze magari non positive ma anche al mio futuro che in questo momento si sta delineando in maniera chiara e positiva. E poi c’è la mia famiglia che è il pilastro su cui si fonda la mia stessa esistenza. È vero però che quando gli ho comunicato che dovevo intraprendere questo viaggio mi hanno preso per pazzo ma poi mi hanno incoraggiato e spinto a farlo».

Gli ultimi giorni forse sono stati quelli un po’ più duri. La stanchezza si faceva sentire e l’ondata di caldo africano aveva già toccato la Sicilia. «Gli ultimi due giorni prima del mio arrivo il caldo è stato pazzesco. Quando ho traghettato e sono arrivato a Messina già l’afa era insopportabile. La strada verso Catania è stata più impegnativa. Molte salite e tante strade non perfettamente in ordine hanno insidiato il mio cammino ma stringendo i denti sono arrivato la mattina stessa nel capoluogo etneo. Da lì mi sono spostato verso Caltagirone e poi finalmente gli ultimi chilometri, che ho contato con le lacrime agli occhi, prima della meta finale. Quando ho letto il cartello Punta Secc’ sono stato pervaso da una gioia incontenibile. Gioia – spiega – che deriva non solo dal fatto che fisicamente ero riuscito a resistere ma soprattutto dal fatto che avessi vinto la sfida con me stesso perché, e oggi posso affermarlo a gran voce, volere è potere. Sono convinto che non c’è niente che non posso affrontare, bisogna volerlo e crederci sul serio. Insomma – conclude Nardi – questo viaggio è stato davvero un grande traguardo nel percorso della mia vita che mi ha fatto crescere e avere nuove consapevolezze. Penso che in futuro rifarò un’esperienza simile magari insieme alla mia compagna perché condividerlo sarà più bello». Adesso il giovane cestista si godrà le meritate vacanze. Subito dopo Ferragosto inizierà la preparazione con la sua nuova squadra e dovrà essere pronto a ributtarsi in palestra. La sua nuova vita siciliana l’aspetta e i presupposti per un campionato di vertice ci sono tutti. 

Piero Burrugano

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