Sarà la Corte costituzionale a esprimersi sulla legittimità dell’Imu agricola. È la decisione del Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato da alcuni Comuni che contestano l’applicazione dell’Imposta municipale unica anche per i terreni destinati alla produzione. Tra i centri che hanno preso parte all’azione legale, assieme ad alcuni laziali e a diverse associazioni di categoria, anche una decina di amministrazioni siciliane. «È come Davide contro Golia. Abbiamo ottenuto un risultato importantissimo», afferma con soddisfazione Carlo Caputo, sindaco di Belpasso.
«Ci siamo appellati all’iniquità di questa tassa e alla classificazione delle aree soggette al pagamento». La norma, continua Caputo, «non dà una classificazione precisa e rinvia a una valutazione dell’Istat». Una distinzione che l’Istituto di statistica ha fatto tra zone montane, parzialmente montane e pianeggianti, le quali prevedono aliquote diverse tra loro. «Ma abbiamo rilevato che è una procedura incostituzionale», sottolinea il primo cittadino. La Costituzione, infatti, stabilisce che «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge». Per questo motivo i giudici amministrativi hanno rinviato ogni decisione alla Consulta, ordinando «l’immediata trasmissione degli atti ai presidenti del Consiglio dei ministri, della Camera e del Senato – sottolinea il sindaco – perché se la Corte costituzionale si pronunciasse a nostro favore, ci sarebbe un problema per le casse dello Stato».
Fino a un eventuale pronunciamento a loro favore, i proprietari terrieri stanno pagando l’imposta. In Sicilia ad aderire al ricorso avviato circa un anno fa sono stati alcuni centri a maggiore vocazione agricola come Aci Sant’Antonio, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina nel Catanese. E poi Sortino, Graniti, Gaggi, Modica, Niscemi, Regalbuto e Pietraperzia. Alle falde del vulcano, Belpasso è uno dei territori che incasserebbe enormi guadagni dall’Imu agricola: «Dobbiamo ricevere circa un milione 100mila euro – precisa Carlo Caputo – il nostro Comune si estende dall’Etna alla provincia di Siracusa». Poi lancia l’accusa all’Associazione nazionale dei Comuni italiani. «Sarebbe stato utile avere anche l’appoggio dell’Anci in questa battaglia – riflette – È problema sentito da tutti, del quale si è parlato moltissimo. Ma avanti siamo andati in pochi».
Un cancello in ferro, al civico 499 di via Palermo, aperto solo quando veniva riconosciuto…
«Alla fine, una novità neanche troppo nuova». Parole di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, uno…
Era rimasta folgorata mentre stava lavorando in una trattoria in corso dei Mille a Palermo. Dopo…
Stamattina a Catania si è sviluppato un incendio in un'abitazione al piano terra di uno…
Furto con spaccata all'alba di stamane a Palermo, in via Ruggero Settimo. I ladri hanno preso di mira…
Una bambina di 11 anni è stata salvata al largo di Lampedusa: sarebbe l'unica sopravvissuta…