Imponevano il pagamento di denaro a titolo di protezione a un imprenditore locale. È questa l’accusa, aggravata dal metodo mafioso, che ha portato in manette sei persone, ritenute dagli inquirenti affiliate al clan Toscano-Mazzaglia di Biancavilla. A coordinare l’attività è stata la procura di Catania con l’indagine affidata ai militari della stazione locale del Comune pedemontano. L’inchiesta, denominata Reset, è una prosecuzione dell’operazione Onda d’urto che a dicembre del 2016 aveva coinvolto undici persone, sempre accusate di taglieggiare l’impresario a partire dal 2012. Questa volta il provvedimento riguarda Carmelo Vercoco, 44 anni, Vincenzo Monforte, 31 anni, Alfio Petralia, 40 anni, Alfio Muscia, 39 anni, Angelo Girasole, 41 anni, Alberto Gravagna, 32 anni.
Il clan di Biancavilla è considerato un’articolazione della famiglia catanese di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. I riscontri investigativi sono stati svolti con attività tecniche di intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre a riprese video. Che hanno permesso di ricostruire minuziosamente l’azione estorsiva, e di evidenziare i ruoli e le dinamiche della cosca locale. Gli arrestati sono stati condotti nella casa circondariale di Bicocca, tranne Monforte perché già recluso nel carcere di Siracusa.
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