Impianto eolico rischia di distruggere una prateria di Posidonia tra Mazara e Marsala

La pesca siciliana è in ginocchio, quella artigianale soffre di più. Ma soffre anche per i continui attacchi provenenti dalla grandi società per azioni che investono nella “green economy”, sacrificando i paesaggi mozzafiato siciliani. E’ quello che potrebbe succedere nel tratto di mare che si distende tra Mazara del Vallo e Marsala dove potrebbe vedere la luce un mega Parco eolico off-shore che rischia di distruggere un ambiente unico al mondo. 

Nessuno, insomma, parla della possibile realizzazione di un Parco Eolico off-shore nel tratto compreso tra Capo Feto nel territorio di Mazara del Vallo e Punta Biscione (Comune di Marsala). A difesa dell’arcipelago delle Egadi si muovono istituzioni, parlamentari, ambientalisti, associazioni datoriali della pesca. Ciò che ci stupisce è che, a qualche chilometro di distanza, invece, si tengono spenti i riflettori su un altro tentativo di modifica dell’ambiente marino. Un tratto di mare pescoso e caratterizzato da un habitat definito dalla scienza “sensibile”.

Perché questo silenzio? E’ distrazione o cosa? E allora, proviamo a lanciare noi l’appello. Giù le mani dalle coste trapanesi! L’idea di Parco Eolico off-shore nel tratto compreso tra Capo Feto e Punta Biscione non è certamente compatibile con l’area individuata dalla società che ha avanzato richiesta di Concessione Edilizia al Comune di Mazara del Vallo.

La realizzazione dell’impianto determinerebbe una modificazione permanente dell’ecosistema marino. Si tratta di’un’area prossima alla riserva naturale dello Stagnone di Marsala. Lo specchio acqueo complessivamente interessato è di circa 21,5 chilometri quadrati. Ed è posizionato ad una distanza tra 2 e 4 miglia marine dalla costa. Nell’area insiste una prateria di Posidonia oceanica. Recenti studi hanno dimostrato che le praterie di Posidonia del Mediterraneo sono cloni vecchi migliaia di anni.

La rivista specialistica PlosOne ha pubblicato nel febbraio scorso la ricerca dal titolo “Implications of Extreme Life Span in Clonal Organisms: Millenary Clones in Meadows of the Threatened Seagrass Posidonia oceanic”. I risultati hanno rivelato che campioni geneticamente identici di Posidonia oceanica sono stati trovati nel Mediterraneo fino a 15 km di distanza. Il che suggerisce che questa pianta marina, che fornisce cibo e rifugio a molte specie e che è minacciata dal cambiamento climatico, è estremamente longeva. Un primato tutto mediterraneo che rischia di essere cancellato dalla mano dell’uomo.

Infatti, la prevista posa di circa 50 aerogeneratori e di un elettrodotto interrato determinerebbe una intensa sedimentazione nell’area. Le ripercussioni sull’ecosistema sarebbero devastanti per la prateria di Posidonia. Il progetto comporterebbe lo sbancamento della area marina tra la batimetrica di -25 metri e la costa. Inoltre, l’impatto sull’attività di piccola pesca sarebbe tremendo.

La fascia costiera individuata per l’impianto eolico off-shore è interessata dalla pesca artigianale. La marineria della piccola pesca artigianale di Mazara del Vallo e Marsala vivono grazie alla presenza di questo particolare ambiente marino. Attività di pesca giustificata dalla presenza di pesce dovuto alla riscontrata presenza di Posidonia. A rischio, quindi centinaia di famiglie di pescatori qualora l’autorizzazione fosse rilasciata dalle autorità competenti.

Proviamo dalle pagine di questo giornale a salvare un pezzo di mare territoriale siciliano. La Regione siciliana ha competenza statutaria entro le 12 miglia marine. Auspichiamo che le autorizzazioni vengano negate per il bene dell’ecosistema marino dell’area interessata e della pesca artigianale locale che verrebbe pregiudicato definitivamente l’unico sostentamento.

E’ strano che le stesse organizzazioni datoriali della pesca intervengano solo per le Egadi e non per la zona tra Capo Feto e lo Stagnone.

Foto di prateria di Posidonia tratta da csapnealatina.blogspot.com

Giuseppe Messina

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