Novanta milioni di euro di fatturato l’anno, 15 aziende siciliane produttrici e oltre 1.000 addetti nella filiera allargata. Questi i numeri del Marsala, il vino liquoroso piu’ famoso d’Italia, la cui sopravvivenza è messa a rischio dal continuo aumento delle accise. A lanciare l’Sos è Federvini che, questa mattina, a Palermo, presso la sede di Confindustria Sicilia, ha diffuso i dati relativi al comparto, in occasione del dibattito Allarme accise. A rischio il futuro del Marsala.
All’incontro hanno preso parte il presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno; il direttore generale di Federvini – Federazione italiana industriali produttori, esportatori e importatori di vini, acqueviti, liquori, sciroppi, aceto ed affini – Ottavio Cagiano de Azevedo; il presidente di Federvini Sicilia, Benedetto Renda; e il consigliere delegato del Consorzio di tutela del vino Marsala, Diego Maggio.
Gli incrementi delle accise sugli spiriti e sui prodotti intermedi, che interessano anche il Marsala, raggiungeranno infatti quota 30% a gennaio 2015. L’impatto di questa manovra sul fronte occupazionale, secondo quanto stimato da uno studio condotto da Trade Lab per Federvini, comporterebbe il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro a livello nazionale, indebolendo gravemente un settore produttivo che esprime alcune eccellenze regionali molto famose al mondo, tra cui il Marsala.
«Con questi aumenti – ha commentato Renda – le accise supereranno i costi: basti pensare che il costo base, per litro,è di 70 centesimi e che, dal primo gennaio, dovremo aggiungere un costo di 88 centesimi di euro, che supera di gran lunga i costi base del prodotto»
«Dal primo gennaio di quest’anno – ha aggiunto Diego Maggio – l’aumento d’accisa che ha interessato il vino Marsala e’ stato pari a 78,81 euro per ettolitro, appena due mesi dopo l’ulteriore aumento e’ arrivato a ben 80,71 euro. Dal primo gennaio 2015 l’aumento di accisa si attestera’ a 88,67 euro per ettolitro. La situazione prospettata davanti a questi gravosi aumenti potrebbe rappresentare il ‘colpo di grazia’ per numerose nostre aziende, specialmente per quelle che sostanziano il proprio fatturato vendendo nel mercato italiano, che registra una spaventosa e repentina crisi dei consumi».
La filiera degli spiriti in Italia, insieme a quella dei vini, conta piu’ di 340mila strutture produttive e da’ lavoro a tempo pieno a 332.500 addetti. La filiera allargata occupa 1,2 milioni di addetti, che direttamente o meno sono collegati alla catena della produzione e commercializzazione. Il valore della produzione e’ stimato in circa 25 miliardi di euro e genera entrate fiscali e contributive pari a 8,5 miliardi. Per contrastare l’aumento delle accise e sostenere il Made in Italy rappresentato anche dalle eccellenze del comparto delle bevande alcoliche, tra cui le grappe, è possibile firmare la petizione online, collegandosi all’indirizzo www.stopalleaccise.it
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