Immortalare il giorno del : prezzi e mode Tra fotolibri, pose sexy e trash the dress

Il tempo vola e devo ammettere che la commessa dell’atelier aveva proprio ragione: «sposa di settembre è sposa di luglio». I preparativi procedono a rilento, non solo perché ad agosto il mondo va in vacanza nonostante la crisi, ma anche perché ci vanno tutti tranne me che ho conservato le ferie per il viaggio di nozze, di cui vi parlerò più avanti. Ah, vanno in vacanza anche i preti, quindi ricordatelo quando sarà il vostro turno. Il parroco della mia chiesa tra un’andata a Lourdes e una a Medjugorje (e non sto scherzando) stava dimenticando le nostre pubblicazioni col rischio di vanificare i miei sforzi organizzativi e dare il colpo di grazia al mio stress. Ma, incrociando le dita, dovrebbe arrivare a consegnarci il malloppo di documenti da portare alla curia in tempo per permetterci di sposarci. Ad ogni modo, questo enorme particolare a parte, ho messo un’altra ics nelle cose da fare: scegliere come immortalare il giorno del .

Io, che non ho festeggiato i 18 anni e non ho foto ufficiali del giorno della mia laurea, l’idea di farmi fare un servizio fotografico da star e spendere migliaia di euro non l’ho neanche presa in considerazione. E non solo per una questione di prezzo, ma soprattutto di sostanza.

Ma andiamo con ordine e partiamo dai prezzi. Dopo il ricevimento e l’abito da sposa, il terzo posto nella classifica delle cose per cui si spende di più va proprio al fotografo. È vero, sta al tuo servizio (o sei tu che stai al suo?) seguendoti passo passo e inventandosi cose da matti tutto il giorno, e in base alla moda del momento anche qualche giorno prima e, se uno è veramente pazzo, anche dopo le nozze, ma il prezzo resta comunque un’esagerazione. Per un servizio completo, che comprende video, album con un centinaio di foto, album mini (eh?) e video per i genitori, il costo è sui 2500 2900 euro. E ci sono professionisti che a quel prezzo danno tempi di attesa di «minimo un anno», neanche il prodotto finito fosse un capolavoro di Sergio Leone. Sarà una tattica per fare arrivare le foto quando i ricordi di quel giorno cominciano a cambiare colore?

Ad ogni modo, nel caso del servizio fotografico matrimoniale, la sostanza, come vi ho anticipato, contribuisce più del prezzo esagerato alla mia allergia verso l’argomento. Purtroppo la moda trascina tutti, e quella che è la normalità – cioè volere qualcosa di sobrio – diventa stranezza. Ad essere normali adesso sono quelli che si fanno fare video e foto prematrimoniali. Non vi siete mai rincorsi sulla spiaggia e mai rotolati baciandovi sull’erba durante gli anni del fidanzamento? Bene, è arrivato il momento. E questo quando il fotografo è banale, quando non lo è, il suo estro va oltre qualsiasi immaginazione. Ed ecco che il futuro sposo diventa camionista per l’occasione e la futura sposa viene immortalata mentre si struscia con una Seat Leon prima di indossare giacca e paletta da carabiniera sexy. Se non ci credete, guardate con i vostri occhi e vi consiglio di arrivare fino in fondo, perché la scena di lei che gli versa il Campari sulla pelata è indimenticabile, ma anche il backstage in cui potrete sentire le indicazioni del genio ideatore.

Non smetterò mai di chiedermi chi sia veramente interessato a vedere 10 minuti di gente senza alcun talento artistico recitare scene sexy su set improbabili. Insomma, di certo non il padre della sposa. Trovo più comprensibile, seppur sforzandomi, i fidanzati che scelgono di farsi riprendere mentre su sfondi diversi si baciano tutto il tempo. Almeno sa di romantico e potrà servire da promemoria quando saranno vecchi nel caso scordassero che era stata la passione ad unirli.

So di gente che, al secondo matrimonio, ha radunato amici e parenti a Forza D’Agrò, caratteristico paesino siculo, alle tre del pomeriggio di una caldissima domenica di luglio per farli diventare comparse e attori nel suo filmino prematrimoniale. Insieme ai futuri sposi, gli uomini vestiti da tipici siciliani con la coppola e le donne munite di ventagli, hanno cantato e mimato le scene di canzoni popolari siciliane che suonavano in sottofondo. Non ho il video ma quello che state immaginando, vi assicuro, non è all’altezza della realtà.

E non finisce qui: pur non avendo ancora raggiunto lo stesso livello di favore di pubblico del prematrimoniale, dall’estero pare sia arrivata in Italia (e sembra che spopoli in Puglia) anche la moda del servizio post matrimonio: il trash the dress. Gente che si rimette in tiro indossando gli abiti delle nozze qualche giorno dopo per distruggerli e farsi fotografare mentre fa un bagno in mare o sott’acqua, o mentre riproduce scene famose di film o dentro capannoni abbandonati.

Insomma, è questione di gusti. Inutile dire che io non farò mai alcun servizio prematrimoniale, figuriamoci post. Un mio amico regista e videomaker si è offerto di regalarci il video e, considerato che non avevo alcuna intenzione di pagare uno di quei professionisti per farmi riprendere, mi è sembrato un pensiero molto gentile. Per le foto la mia idea iniziale era quella di chiedere ad amici molto bravi con la macchina fotografica di farle senza troppe pretese, ma uno di loro mi ha detto: «Si spendono così tanti soldi in un matrimonio che non ti consiglio di risparmiare proprio sulle foto, ci vuole il flash giusto e bla bla bla» e l’ho preso come un no. È per quella storia di cui vi parlavo: tu vuoi risparmiare e restare sobria ma la gente attorno a te non la pensa così. Alla fine – complice la fortuna che mi ha salvata dalle Wedding cameras – ho comunque scelto che dovevo rompere la tradizione delle feste mancate e i momenti importanti non immortalati. Due miei amici che fanno i fotografi di matrimoni per professione, a cui all’inizio non volevo chiedere perché non volevo che lavorassero da invitati, mi regaleranno la loro fatica. Nonostante le mie richieste.

Eccole: io non voglio foto in posa in vestaglia mentre mi preparo perché non avrò alcuna vestaglia e non voglio gente che mi chieda di strusciarmi con tende e porte (fatti realmente accaduti). La foto ricordo nel salotto buono con i genitori è solo un no mancato alla mamma, ché tanto non mi costa fatica. Non voglio aspettare in macchina, davanti al mio fidanzato nel panico e ad amici e parenti, che il fotografo sistemi le sue apparecchiature e poi mi chieda di mettermi in posa durante il climax dell’emozione (esperienza vissuta). Vorrei delle foto naturali nelle pose e misure ragionevoli per le stampe. Voglio l’album tradizionale, quello in cui la foto è appiccicata e se ci metti le dita sopra ci lasci le impronte. Niente fotolibri o immagini di un metro per tre, fotomontaggi dentro le coppe del vino, su corone di rose ecc ecc (ne ho viste, davvero). Non voglio che il fotografo urli a tutti appena usciti dalla chiesa di non lanciare il riso e aspettare il suo via (altra esperienza vissuta), né mille foto solo di me e il mio lui in tutte le salse, né mini album per i genitori. Invece tra dieci anni vorrei ritrovare nel mio album anche foto di noi con le persone che verranno, perché voglio ricordare la gioia di tutti.

Leggi il post sul blog Si maritau Rosa…

Redazione

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