Fermati in cinque con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono i presunti scafisti di alcune traversate in mare partite dalla Libia nei giorni scorsi. Nella giornata di ieri al porto etneo erano arrivate 385 persone, tutte soccorse in acque internazionali in quattro differenti eventi di recupero. Con loro anche le salme di quattro migranti. Tre cadaveri sono stati trasferiti all’obitorio di Catania mentre uno è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria e si trova all’ospedale Garibaldi di Nesima.
Gli investigatori hanno arrestato quattro cittadini gambiani: Baba Ansumana (classe 1996), Bakary Trowolly Lamine (classe 1998), Essa Barry (classe 1998), Momodou Jarju (classe 1978) e l’egiziano Warshid Salaheddin Said (classe 1994). I primi due avrebbero condotto una barca di legno lunga cinque metri in cui viaggiavano 19 migranti, poi soccorsi il 31 luglio scorso dalla nave Topaz Responder, battente bandiera delle isole Marshall, in servizio per la missione congiunta delle organizzazioni Emergency e M.O.A.S. (Migrant offshore aid station, ndr). Gli altri tre sarebbero invece i membri dell’equipaggio di un gommone nero lungo 18 metri su cui viaggiavano 155 migranti, soccorsi in acque internazionali della nave Juventa, dell’associazione tedesca Jugend rettet, e dal pattugliatore Vega della marina militare italiana. I fermati sono stati trasferiti al carcere di piazza Lanza.
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