Immigrazione, Alfano: “Una sede di Frontex in Italia”. Ma la Lega chiede le sue dimissioni

“Nessun Paese puo’ reggere da solo la pressione migratoria se non e’ sostenuto dalla comunita’ internazionale. Ci aspettiamo maggiore attenzione dall’Europa”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso di un’informativa alla Camera sull’immigrazione. “L’Unione Europea – ha spiegato Alfano – deve ampliare Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere, che dovrebbe avere la sede in Italia. Questo sara’ uno dei temi centrali del nostro semestre di presidenza europea. Spostare la sede nel centro del Mediterraneo credo sia la scelta piu’ logica”.

E per centro del Mediterraneo, si intede Lampedusa. Concetto ribadito sempre stamattina a Bruxelles, da Roberta Angelilli, deputata europea del partito di Alfano: “L’Italia  spende circa 300 mila euro al giorno, 9 milioni di euro al mese, per le operazioni di controllo e soccorso, un costo eccessivo che rischia di essere finanziariamente insostenibile. Come e’ inaccettabile che Frontex spenda il 40% del suo budget (34 milioni di euro l’anno) per i soli costi amministrativi e burocratici, per una sede situata a Varsavia, cioe’ a 3mila Km da Lampedusa, o da Malta, su cui approdano quasi quotidianamente le ‘carrette del mare’. Per questo, nel corso del mio intervento in aula a Strasburgo, ho chiesto con forza l’apertura di una base operativa di Frontex in Italia, a Lampedusa possibilmente”.

Ma le parole pronunciate in Aula da Alfano non sono piaciute alla Lega Nord: “Non ha il coraggio di fermare il fenomeno di immigrazione clandestina, abbia almeno il coraggio di dimettersi – ha detto   il deputato  Nicola Molteni – lei sta aprendo le porte del Paese a un’immigrazione di massa. Lei vuole compiacere i salotti buoni della sinistra. Voi chiedete l’intervento dell’Europa ma siamo stati abbandonati da questa Europa. Voi andare a Bruxelles con il cappello in mano. Da Bruxelles riceviamo solo elemosine e briciole”. Per l’esponente della Lega, “l’altra grande responsabilita’ del titolare dell’Interno “e’ aver consentito la cancellazione del reato di immigrazione clandestina. Adesso se ne lava le mani come Ponzio Pilato. Il reato esiste in tanti Paesi Ue ed e’ un deterrente. Il reato verra’ ripristinato da un referendum”.

Redazione

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