Il Vietnam a 40 anni dalla guerra

Il metodo psicoterapeutico all’avanguardia EMDR sbarca ad Hanoi, nel Vietnam, con un corso di formazione tenuto dal 12 al 15 luglio da esperti italiani a 29 psichiatri e psicologi vietnamiti

Le guerre sono tutte terribili ma ce n’è una che ha colpito l’immaginario collettivo di tutto il mondo: quella del Vietnam, combattuta dal 1960 al 1975. La famosa foto simbolo della “bambina del napalm” che corre disperata, nuda, ha compiuto 40 anni il mese scorso. Nick Ut, il fotoreporter vietnamita che la scattò l’8 giugno 1972, meritò il premio Pulitzer e quella bambina, Kim Phuc, che allora aveva 9 anni (foto sotto a sinistra, tratta da evangelicipeschiera.org) e si è salvata dopo 14 mesi di sofferenze, oggi vive in Canada, è sposata e ha due figli. Ha trovato pace diventando cristiana e ambasciatrice di Buona Volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco): “E’ un miracolo che sia sopravvissuta – ha dichiarato la donna che ha subito varie operazioni per ricostruire il tessuti bruciati – ma le conseguenze psicologiche durano molto di più”. (sotto, a destra, foto di Klim Phuk oggi, tratta da fanpage.it)

E se da una parte si è molto parlato del difficile reintegro dei reduci di guerra americani all’interno della società anche con film entrati nella storia come Apocalypse now, Rambo e Forrest Gump, poco o nulla si sa dei traumi psicologici subiti dal popolo vietnamita. E’ quello che si sono chiesti gli esperti dell’Associazione EMDR Italia, promotori del loro primo corso di formazione rivolto a psicologi e psichiatri in Vietnam che si è tenuto dal 12 al 15 luglio ad Hanoi. L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una metodica psicoterapeutica scientificamente validata e diffusa in tutto il mondo, che permette la ri-elaborazione dei traumi psicologici attraverso i Movimenti Oculari.

Inizialmente utilizzata per il trattamento del Disturbo da Stress Post-Traumatico, ormai dopo molti studi e ricerche che ne ha dimostrato l’efficacia anche in altri ambiti della psicopatologia, viene utilizzata in un ampio spettro di disturbi psicologici. Il corso è stato condotto dalla dottoressa Anna Rita Verardo in collaborazione con la dottoressa Bruna Maccarrone, rispettivamente trainer e co-trainer EMDR e membri del comitato direttivo dell’Associazione per l’EMDR in Italia.

“Arrivata in Vietnam sono rimasta sorpresa dalla genuinità delle persone, dalla curiosità dei loro piccoli e vivaci occhi e dalla rumorosa vita nelle strade – racconta Anna Rita Verardo -. Quello vietnamita è un popolo capace di guarire spontaneamente dalle ferite della guerra e da traumi relazionali che solitamente sconvolgono l’esistenza. L’esperienza di formazione di psicologi e psichiatri in Vietnam mi ha permesso di sperimentare che, pur parlando lingue diverse ed avere una differente concettualizzazione del disagio psichico, alla fine ci siamo riconosciuti su quella che è l’unica realtà condivisibile: il trauma del passato se non elaborato crea disagio nel presente e favorisce lo sviluppo del sintomo. L’EMDR è uno strumento valido ed efficace per l’elaborazione di ricordi traumatici, in qualunque posto e qualunque sia il linguaggio usato”.

“Il Vietnam, a partire dagli anni ’70, è stato associato a guerra, torture, prigionia, morte, traumi e reduci, e mi chiedevo come sarebbe stato lavorare con colleghi di una cultura cosi lontana dalla nostra. – dichiara Bruna Maccarrone – All’arrivo mi trovo immersa in un moto perpetuo di gente prevalentemente in motorino, che già dalle prime ore dell’alba si muove. In fondo Roma non è molto diversa da Hanoi. Ma qui le persone sono più sorridenti e gentili. La povertà si avverte ma non si vede cosi smaccatamente come in altre metropoli asiatiche. Regna un gran senso di dignità generale. L’incontro con i colleghi psicologi e psichiatri vietnamiti è stato sorprendente: emblematici i loro sguardi felici e la loro gioia per aver appreso e sperimentato un nuovo ed efficace metodo per curare le loro e le altrui ferite dell’anima, i loro traumi passati ma anche quelli più recenti”.

Al corso di formazione hanno partecipato 29 colleghi Vietnamiti tra psichiatri e psicologi, provenienti dal centro di igiene mentale dell’ospedale Bach Mai di Hanoi e da altri centri di salute mentale di altre province limitrofe.

L’iniziativa si inserisce in un progetto di Assistenza Umanitaria ed è stata possibile grazie al contributo e al supporto di più organismi che hanno lavorato sinergicamente insieme: l’Associazione per l’EMDR in Italia che ha sostenuto l’evento e coadiuvato l’operato delle dottoresse Verardo e Maccarrone; l’Ambasciata Italiana in Vietnam, nella persona di Lorenzo Angeloni, che ha patrocinato, promosso e divulgato l’iniziativa organizzando anche una conferenza stampa a cui hanno partecipato le maggiori testate giornalistiche del Paese ed alcune emittenti televisive; e l’azienda farmaceutica Medlac, che ha sponsorizzato l’iniziativa e ha inoltre messo a disposizione la sede del proprio stabilimento per la conduzione del corso.

L’evento ha avuto una eco molto positiva sia a livello mediatico, sia tra gli stessi psicologi e psichiatri partecipanti al corso, giunto in un momento molto particolare per il Vietnam: il Paese si sta aprendo sempre più verso l’esterno, lo sviluppo socio economico è in crescita, e la gente ha nuove esigenze e problematiche che la spingono ad aprirsi di più agli altri e quindi alla possibilità di chiedere un aiuto specialistico per ottenere un maggiore benessere non solo economico, ma anche psicologico. (a sinistra, il Vietnam, foto tratta da lonelyplanet.com)

Le conseguenze psicologiche della guerra nella popolazione nel corso dei decenni sono una triste realtà di cui sono a conoscenza anche molte famiglie italiane che hanno adottato bambini provenienti dal Vietnam. Ciò ha posto in evidenza la necessità di metodiche psicoterapiche strutturate ed efficaci ad integrazione dell’approccio farmacologico, che ad oggi, insieme al supporto psicologico, è stato in prevalenza l’unico strumento per gestire e contenere ogni tipo di disagio psicologico dal più lieve al più grave.

A questo evento seguiranno altre attività di supporto ai colleghi formati ed altri eventi formativi di completamento, con l’obiettivo finale di creare delle risorse interne e quindi maggior autonomia e di dar vita appena possibile all’Associazione EMDR Vietnam.

Di seguito una precisazione della dottoressa Isabel Ferdandez,
presidente della presidente dell’associazione EMDR Italia

“Si incomincia a parlare di trauma in Europa nel XVIII secolo. I sensisti (Bonnot de Condillac, 1754) dicevano che la mente umana era “impressionabile” dalla realtà esterna. Il nostro campo di interesse riguarda le attuali conoscenze sul funzionamento della psiche quando essa viene ferita. E’ importante avere la consapevolezza di quanto queste ferite possono rimanere silenti, diventando così fattore di rischio per altre situazioni successive nella vita. Si può riparare il danno psicologico aumentando la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici e di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà se si interviene in modo mirato. Il trauma può comportare nella vita dell’adulto, del bambino e delle famiglie un fattore negativo e quindi è importante riconoscere i segnali per chiedere aiuto. Nel caso di situazioni stressanti o di gravi traumi, siamo influenzati dai nostri ricordi e da esperienze che a volte non riaffiorano alla mente, soprattutto nei casi di shock vissuti in età evolutiva, nei primi anni di vita. Nei bambini umiliazioni scolastiche, situazioni di trascuratezza da parte delle figure di accudimento, lutti importanti, fallimenti e abbandoni possono contribuire a formare degli schemi emotivi, cognitivi e di comportamento disfunzionali. Quello che conta è che possiamo intervenire anche anni dopo con la psicoterapia, e nello specifico con l’EMDR per rielaborare il ricordo di questi eventi. L’EMDR offre anche delle linee guida e consigli per gli adulti (genitori, educatori, insegnanti, medici) per fornire dei fattori protettivi ai bambini che vivono queste esperienze. Negli ultimi anni si è cercato di dare un contributo alla comprensione delle esperienze traumatiche e al loro impatto sulla salute mentale e sullo sviluppo delle persone. E’ importante cercare di fornire dei suggerimenti su cosa si può fare attivamente per affrontare i momenti critici e le esperienze stressanti che possono capitare. Nel caso in cui le persone non possano attivare le proprie risorse per la gravità dell’evento, l’EMDR può aiutare a sbloccare il meccanismo innato e naturale di elaborazione del trauma e dello stress di cui siamo dotati. Rielaborandolo con EMDR, il ricordo di questa esperienza rimane più integrato, in modo che la persona possa vedere questa parte della sua vita più costruttivamente, trasformandolo in un momento di crescita e di rafforzamento del suo Sé (Crescita Post-traumatica). Il ricordo di esperienze traumatiche passate anche da molto tempo, rimane sempre presente. Quello che siamo oggi è il frutto di ciò che abbiamo vissuto. Otto Frank, padre di Anna, durante la pubblicazione del suo diario, afferma: “Per costruire un futuro è necessario conoscere il passato”. Le ferite della psiche sono anche traumi neurofisiologici che le moderne attrezzature di neuroimaging ci permettono di identificare. Trattando un ricordo traumatico con l’EMDR, si riesce a cambiare anche la neurobiologia del cervello. Probabilmente questo è quello che avviene normalmente e naturalmente, anche senza interventi mirati, con il passare del tempo. Siamo attrezzati dalla natura per farlo, ma Ippocrate diceva: “Guarire è una questione di tempo, ma talvolta anche una questione di opportunità”. È importante dare in molte situazioni la possibilità alle persone di essere aiutate a guarire con la psicoterapia e, nel caso del trauma, con l’EMDR. Il cervello ha bisogno di tempo per recuperarsi dall’impatto che un evento traumatico ha sul Sé e per smaltire le reazioni da stress. Contano l’età, il supporto familiare e sociale. Ma anche quanto le persone pensano di poter influire sul proprio benessere contando sulle proprie risorse interiori ed esterne. Bisogna orientare le persone a mettere l’attenzione su quello che possiamo fare e siamo in grado di cambiare e non sul contrario. Non possiamo evitare di soffrire, ma possiamo decidere il livello di sofferenza. Esistono molte storie vere su come eventi anche molto gravi rispondono bene alla terapia con EMDR e come questi eventi influiscono sulla vita delle persone e sul loro potenziale”.

 

 

 

 

Redazione

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