Gli ultimi ritocchi e via, in partenza per Sanremo. Il viaggio de La rappresentante di lista verso la città dei fiori inizia oggi. Un palco, quello del teatro Ariston, che il gruppo della viareggina Veronica Lucchesi e del palermitano Dario Mangiaracina ha già calcato con successo l’anno scorso, ospiti nella serata delle cover del rapper romano Rancore, e che quest’anno li vedrà protagonisti in gara nella categoria Big. «C’è pochissimo spazio per il training autogeno – dice a MeridioNews Dario Mangiaracina – non abbiamo fatto altro che mettere in fila tutto quello che ci servirà per la performance, dagli abiti, al trucco, alla backline, alle prove con l’orchestra».
Il loro brano, Amare, per usare le parole del chitarrista, è «una canzone appassionata, con un ritornello esplosivo, che Veronica performa sul palco benissimo e che le dà anche modo di spaziare con la fisicità» e ha già riscontrato apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori che hanno ascoltato in anteprima le canzoni del festival. «Siamo convinti che non si debba scrivere una canzone per Sanremo – dice Veronica Lucchesi – Sanremo capita, come le tappe di un viaggio che si incontrano via percorrendo. Amare sarebbe nata comunque, anche senza festival; è stata una gestazione lunga, ma solo negli ultimi tempi abbiamo capito che aveva questa possibilità. È una sintesi di tante tematiche che abbiamo sviscerato nell’album».
Tra gli autori della canzone, per quello che riguarda la parte musicale, figura anche Dario Dardust, pianista e compositore tra i più talentuosi e ricercati sulla scena musicale italiana del momento, che già lo scorso anno aveva suonato con il gruppo sul palco dell’Ariston insieme a Rancore. «Eravamo in furgone, andando da Milano a Sanremo l’anno scorso e ci siamo ripromessi di incontrarci negli studi di registrazione – dice Mangiaracina – Appena abbiamo avuto l’occasione di avere del materiale da fargli ascoltare, Dario (Dardust ndr) è rimasto colpito da Amare e ci ha detto che avrebbe voluto lavorare sul brano». «Tutti ci siamo messi al servizio della canzone, senza troppi protagonismi e ci siamo lasciati guidare da lei – aggiunge Veronica – Dardust ha fatto salire al brano uno scalino in più. Ha un metodo di produzione molto efficace, ha trovato un suo modo di lavorare tecnicamente sui brani e intuisce in maniera molto rapida qual è il mondo sonoro da accoppiare non al brano, ma alle battute. Lui lavora per scene e per mondi sonori, è come accompagnare l’ascoltatore in un percorso. Non è mai coerente quando lavora agli arrangiamenti».
Per le serate del festival il gruppo, che ha una innata vocazione teatrale, promette sorprese dal punto di vista dello spettacolo, anche se su questo vige il più serrato riserbo. «Durante le prove si ha molta attenzione per quella che è la partitura da scrivere insieme alle telecamere – dice ancora la voce de La rappresentante di lista – Ti rendi subito conto che lo show televisivo si prende gran parte dello spazio. Anche gli altri anni ho sempre avuto questa percezione, che fosse uno spettacolo fatto per chi lo guardava da casa. Donatella Rettore (che duetterà con loro nella serata delle cover, ndr) ci diceva che secondo lei è meglio che non ci sia il pubblico, perché non è il nostro pubblico, ma più una platea d’occasione».
Quest’anno infatti, a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, lo show sarà inevitabilmente condizionato dalle tante restrizioni, che hanno limitato anche le presenze in platea all’Ariston. «Esserci stati l’anno scorso ci ha aiutati a capire un po’ com’è il luogo, quali sono le figure che gravitano intorno a un palcoscenico del genere – prosegue Veronica Lucchesi – Dalle sarte ai tecnici, molti dei quali quest’anno mancheranno. Già salendo a fare le prove si aveva la percezione che mancassero delle parti fondamentali. E si percepisce anche dal senso di spaesamento di chi c’è».
Amare sarà inserita nel nuovo album de La rappresentante di lista, My Mamma, che uscirà il 5 marzo e che è stato già anticipato dal singolo Alieno. «Amare è l’unico pezzo nel disco che potevamo presentare a Sanremo, rappresenta le anime che ci sono dentro My Mamma. Il percorso nelle nostre teste è lineare con gli altri album, poi deve essere chi lo ascolta a dire se la pensa così o meno. Come avvenuto per gli altri dischi lasciamo andare quello che non ci interessa più indagare, inglobiamo tematiche e percorsi nuovi, e alle volte qualcuno ritorna».
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