Il viaggio del mio Ulisse contemporaneo

A fine ottobre, una delle vie più belle di Catania si è trasformata in set cinematografico per le riprese del Bell’ Antonio, una miniserie televisiva diretta da Maurizio Zaccaro ed interpretata dal seducente Daniele Liotti.

 

Sono passati pochissimi mesi e la Sicilia si conferma sempre più meta del cinema italiano. Marco Bellocchio, infatti, girerà tra febbraio e marzo “Il regista dei matrimoni”, interpretato  da Sergio Castellitto. La location principale sarà Cefalù, già scenario di “Nuovo Cinema Paradiso”, vincitore dell’Oscar nel 1990.

In questi giorni è a Catania, per la proiezione di un suo documentario e per ultimare il casting del suo primo film, Nunzio Massimo Liuzzo, giovane esponente del cinema italiano. Lo abbiamo incontrato per scoprire qualcosa di più sull’ emergente regista siciliano.

 

Può raccontarci qual è stato il suo percorso?

 

“Mi sono trasferito a Roma per studiare Storia del Cinema all’Università La Sapienza, dove ho frequentato vari seminari. Dopo un po’ nasce una splendida collaborazione artistica con Vito Zagarrio, col quale ho lavorato al film Bonus Malus come aiuto regia, presentato a Venezia nel 1992. Un paio di anni dopo ho realizzato la mia opera prima, Riflessi sulla pietra, un mediometraggio in concorso al festival di Bellaria. Nel 1995 ho partecipato al festival di Venezia, come evento speciale, col corto ” Intervista a Godard”. Poi ho relizzato vari spot e alcune collaborazioni con Rai Tre e RaiSat”.

 

Ed arriviamo al suo primo film…

 

“Sì, è da un anno che ci lavoro. Il titolo provvisorio è City. Ho scritto personalmente la prima stesura ed ora sto lavorando con due sceneggiatori alla seconda”.

 

Come nasce l’idea?

 

“Il film è un viaggio dentro se stessi, all’interno di una coppia, ed è anche un viaggio fisico, poiché sarà girato tra Roma e Catania.

E’ un film dai toni di realismo magico, sulla creatività, sulla creazione, sulla forma, sull’eros, sul corpo”.

 

Come mai è ambientato in Sicilia?

 

“Perché la storia ruota attorno alla figura di un Ulisse contemporaneo ed è anche il pretesto per raccontare un pezzo, un luogo “altro” di Catania, sospeso tra il passaggio dei treni e di navi da una parte e l’Etna dall’ altra, anch’essa con un suo carico di mito legato ad Ulisse”.

 

Quando inizieranno le riprese?

 

“A settembre. Sarà un film a basso costo, coprodotto da una piccola casa di produzione romana e dal finanziamento da altre strutture  in via di definizione”.

 

Come mai questa scelta?

 

“Come molti giovani autori, ritengo che oggi il sistema produttivo indipendente a basso costo, sia l’unico possibile, considerando la nuova legge sul cinema che penalizza la qualità e l’originalità dei progetti”.

 

Per quanto riguarda il cast?

 

“Beh, è ancora in via di definizione. Per ciò che concerne il casting che ho fatto a Catania al Teatro della Città per alcuni ruoli “secondari”, voglio dire che la qualità media degli attori selezionati, mi ha sorpreso per preparazione e professionalità”.

 

Cos’è per lei il cinema?

“Credo sia uno strumento per esplorare se stessi e ciò che ti circonda, attraverso la creazione di storie più o meno realistiche”.

 

Un’ ultima domanda, quando ha capito di esere attratto dal cinema al punto di farne una professione?

“Sono stato folgorato da una visione adolescenziale di un film di Truffaut, Quattrocento colpi. Non so se sia stata questa la molla che poi mi ha spinto a studiare cinema. Comunque sono molto attratto anche dal palcoscenico e in questo periodo sto lavorando proprio ad uno spettacolo teatrale”.

Loredana Gravina

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