Una parte del versante nord del vulcano è stato distrutto dalle fiamme che hanno divorato boschi con alberi secolari e vegetazione tipica a ridosso del Parco dell’Etna e terreni coltivati a Linguaglossa. Per tutta la notte i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile e della forestale hanno lavorato per spegnere l’incendio. All’alba sono arrivati anche i canadair. «Rientro adesso da oltre 16 ore trascorse ininterrottamente sul fronte del fuoco, con oltre cento uomini e trenta mezzi impiegati e anche supporto aereo, tutto per tentare di domare l’indomabile», ha commentato il sindaco di Linguaglossa Salvatore Puglisi.
I danni peggiori si sono registrati nella pineta Ragabo, lungo il versante settentrionale dell’Etna, dove le fiamme non sono ancora state spente. Il rogo è arrivato a minacciare anche Piano Provenzana, al punto che già durante la notte è stata disposta l’evacuazione di alcune strutture ricettive e i ristoranti della zona sono stati chiusi. «Chi ha appiccato dolosamente tutto questo – ha aggiunto il primo cittadino – a mio avviso, merita l’ergastolo al pari dei delitti di mafia. E chi sa, vede e non parla, dovrebbe fare la stessa fine. Tutta la Sicilia brucia e – ha concluso Puglisi – se non cambiamo la nostra mentalità, forse alla fine ce lo meritiamo».
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