Il sindaco Pogliese e l’enigma dei nuovi assessori L’ipotesi del prof Benedetto Torrisi per Forza Italia

La riflessione del sindaco Salvo Pogliese dura più a lungo del previsto. Sono ormai mesi che una modifica alla legge regionale gli permette di nominare due nuovi assessori in giunta, eppure non l’ha ancora fatto. E la politica cittadina scalpita. Dalla rottura con Forza Italia in poi, gli equilibri nella squadra di governo del primo cittadino non rappresentano particolarmente la composizione del Consiglio comunale e appaiono pendere molto verso Fratelli d’Italia. La futura costituzione del nuovo gruppo azzurro, inoltre, rimette in campo i berlusconiani, che devono ancora battere cassa. Così, mentre Massimo Pesce sembra un’ipotesi sulla via del tramonto, spunta un nuovo nome che ai forzisti piace: Benedetto Torrisi, docente di Statistica al dipartimento di Economia dell’università di Catania.

La questione assessorati si è fatta complicata dopo lo strappo tra il commissario regionale azzurro Gianfranco Miccichè e Pogliese. Gli accordi pre-elettorali, sacri per il primo cittadino etneo, destinavano un assessorato a Forza Italia e un altro al partito di Nicola D’Agostino, Sicilia futura, nella sua declinazione catanese. Subito dopo la rottura, il pensiero che a FI potesse andare un ulteriore scranno sembrava, ai più, storia vecchia. Il ritiro del simbolo al Consiglio comunale da parte del commissario provinciale del partito Marco Falcone appariva come una conferma, a cui ha fatto seguito la nascita del gruppo MuovitItalia a Palazzo degli elefanti.

L’acqua che passa sotto i ponti, però, ha il potere di smussare anche gli spigoli più vivi delle pietre. Perfino in politica il tempo ricuce le ferite e il sogno della giunta di una grande città come Catania amministrata dal centrodestra unito fa gola a molti. Così, quando il gruppo #Insiemesipuò, creatura del versatile Salvo Di Salvo, è ufficiosamente diventata Forza Italia il dibattito si è riaperto. Del resto, in giunta siedono Fabio Cantarella e Alessandro Porto: uno Lega, l’altro Udc, partiti che alle elezioni comunali non sono stati certo determinanti per la vittoria. Al contrario di Forza Italia.

Su Massimo Pesce, uomo del senatore Pino Firrarello, pende una presunta incompatibilità «parentale» di cui ieri ha parlato l’assessore regionale Marco Falcone dalle colonne del quotidiano La Sicilia. Senza contare che i firrarelliani sono dati in allontanamento, anche per colpa delle difficoltà di ottenere il tanto sperato assessorato catanese. Pogliese prende tempo. Chi lo ha sentito, sostiene che stia attendendo di comprendere se su Pesce possano esserci davvero profili di incompatibilità o se l’ostacolo si possa aggirare. Sempre per rispetto di quella parola data prima del voto. 

Certo è che, nell’eventualità in cui Pesce saltasse ufficialmente, ci sarebbe da tenere pronta la seconda scelta. Anche questa già in stato avanzato. Un alto profilo istituzionale, una personalità dalla competenza riconosciuta, una persona inattaccabile, capace anche di alzare il livello complessivo di una giunta molto politica e poco tecnica. E allora eccolo lì il nome: Benedetto Torrisi. Il professore di Economia, vicino all’assessore regionale Falcone, che da tempo conduce una battaglia per il raddoppio della strada statale 284 e per trasformare la ferrovia Circumetnea in una metropolitana al servizio dei Comuni dell’Etna. Sabato 28, al cineteatro Moderno di Randazzo, a sentire la sua proposta ci sarà anche il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri.

«Io? Assessore?», raggiunto al telefono da MeridioNews, Torrisi si schermisce. «Non ne so nulla – dichiara – C’è stata una conferenza stampa?». Gli basta il tempo di riprendersi, però, per lasciare spazio al possibilismo: «Ho sempre servito con devozione i miei studenti all’università – si lascia andare – se dovessi essere chiamato a servire una comunità, lo farei allo stesso modo. L’importante è, come in tutte le cose, la professionalità». 

Luisa Santangelo

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