Il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, si è dimessa

DI FATTO, LA LEGGE SEVERINO, ANCORA UNA VOLTA, HA TRAVOLTO IL PRINCIPIO COSTITUZIONALE IN BASE AL QUALE SI E’ COLPEVOLI SOLO DOPO CHE LA RESPONSABILITA’ E’ STATA SANCITA DAL GIUDIZIO DI TERZO GRADO

Il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, si è dimessa. A comunicarlo è stata la stessa Adamo in una lettera pubblicata sulla propria pagina facebook.

L’ormai ex Sindaco di Marsala, lo scorso 16 luglio, è stata condannata in appello a 2 anni e 10 mesi e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Una sentenza che è arrivata dopo una lunga e tormentata vicenda giudiziaria.

Tre giorni dopo la sentenza, il Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, ha sospeso il Sindaco Giulia Adamo per 18 mesi applicando la legge Severino. Il Prefetto ha anche annullato l’atto di nomina a vice Sindaco di Benny Musillami che avrebbe dovuto sostituire Antonio Vinci (PD).

Con le dimissioni del Sindaco decade l’intera Giunta municipale. Ora la parola passa alla Regione siciliana che, in attesa di nuove elezioni amministrative, dovrà nominare un commissario straordinario. Il Consiglio comunale rimane invece in carica.

I fatti che hanno portato alla condanna dell’ormai ex Sindaco risalgono al 2005, quando Giulia Adamo occupava il ruolo di presidente della Provincia regionale di Trapani. Secondo la Procura della Repubblica di Marsala, avrebbe indotto il dirigente del settore Affari sociali, Ubaldo Augugliaro, a non versare i contributi al Convitto statale audiofonolesi di Marsala. Motivo: ai vertici del Convitto c’era una persona (Anna Maria Adamo) non gradita alla stessa Adamo. I contributi sarebbero stati erogati quando al vertice del convitto sarebbe arrivata una persona gradita all’allora presidente della Provincia trapanese.

Da qui la tormentata sentenza di condanna.

Nota a margine

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, a nostro modesto avviso la legge Severino è sbagliata. E’ una legge ipocrita, che aggira un principio fondamentale della nostra Costituzione in base al quale si è condannato solo dopo il terzo grado di giudizio.

Nel caso in questione, non c’è una condanna definitiva. Perché ancora sulla vicenda si deve pronunciare la Cassazione.

Di fatto, con la sospensione di 18 mesi prevista dalla legge Severino, un amministratore pubblico è costretto a dimettersi in assenza di un giudizio definitivo.

Se la Cassazione dovesse assolvere Giulia Adamo saremmo davanti a un caso di grande ingiustizia verso una cittadina eletta democraticamente. Non solo. Se ciò si dovesse verificare risulterebbe calpestata anche la volontà popolare dei cittadini di Marsala.

Ribadiamo: una legge sbagliata sotto tutti i punti di vista.

 

Redazione

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