«Ho chiarito in maniera dettagliata la mia posizione». Solo questo e poco altro si può sapere dell’interrogatorio del sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo, i cui contenuti restano, almeno per il momento, segreti. Il primo cittadino è stato ascoltato, per quasi due ore, dai pubblici ministeri perché è indagato nell’ambito dell’operazione Cutrara che ha portato all’arresto di 14 esponenti del clan locale per associazione mafiosa, estorsione, furto e favoreggiamento, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Tra le persone finite in carcere c’è anche Francesco Domingo – detto Tempesta – ritenuto il vertice della famiglia.
Accompagnato dal suo avvocato Giacomo Frazzitta, il sindaco è arrivato al Palazzo di giustizia di Palermo intorno alle 11. Lì è stato interrogato dai pm della Direzione distrettuale antimafia che hanno coordinato l’inchiesta, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Francesca Dessì e Gianluca De Leo. «Nessuna dichiarazione – aveva detto il legale prima di entrare in tribunale – Prima parliamo con i magistrati, vediamo come va». Anche alla fine dell’interrogatorio, i contenuti sono rimasti riservati.
«Sono stato interrogato e ho chiarito in maniera dettagliata la mia posizione. Per rispetto dell’istituzione che rappresento ma soprattutto di tutta Castellammare del Golfo, ribadisco di essere sereno – afferma Rizzo in una nota – poiché ho sempre lavorato in maniera trasparente nell’interesse esclusivo della mia città».
Il primo cittadino ha dunque risposto alle domande dei pm sui fatti contestati ma ha chiarito che «poiché ci troviamo in una fase di indagine in cui vige il segreto istruttorio, non mi è consentito potere dichiarare nulla in ordine ai fatti che sono stati oggetto dell’interrogatorio». All’alba di ieri i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani avevano perquisito sia l’abitazione che l’ufficio del primo cittadino. «Faremo chiarezza quando tutto terminerà – ha concluso Rizzo – Ci auguriamo prima possibile».
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