DALLA SICILIA AL VENETO SOTTO IL SEGNO DELLA BIOETICA E DELLA SALUTE NELLA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE
Qual è il lato umano della medicina? È possibile passare al sovrumano? E per far questo basta un vademecum? Giusi Venuti, filosofa e ricercatrice siciliana, e lattore Alessandro Bergonzoni raccontano a due voci le possibilità e i limiti della scienza medica del nostro tempo, che non sempre riesce a pensare in termini di relazione, ma che, pure, della relazione dice di avere bisogno. Un progetto interdisciplinare che vede insieme filosofia, medicina e teatro, nato proprio in Sicilia, ma che adesso oltrepassa lo Stretto per arrivare nel cuore del Veneto.
Liniziativa è partita due anni fa tra Messina e Capo dOrlando, grazie a Il sapere del corpo, progetto pilota di ricerca e formazione alla bioetica, realizzato nellambito di Cogitazioni e approvato dallAsp di Messina, quale formazione per gli oncologi per il trattamento dei problemi relativi al fine-vita. Lo scopo, in definitiva, è quello di mantenere fortemente intrecciati ambiti che spesso si affrontano separatamente e che sono, appunto, la ricerca filosofica su temi di portata etica, la medicina e il teatro.
Con questa iniziativa, Giusi Venuti e Alessandro Bergonzoni fanno il punto sulla situazione dellItalia e del mondo nel campo delletica applicata, alla luce della notizia, pubblicata di recente sul Canadian Medical Association Journal, secondo cui la McMaster University del Canada ha messo punto una guida per offrire ai medici ospedalieri strumenti per affrontare il momento del fine vita, un prontuario, simile a quello della composizione chimica dei farmaci, per riconoscere la specificità del caso clinico e risolverlo.
La domanda è se quello di dar vita a un vademecum sia o meno il giusto modo per umanizzare la pratica medica e se basti per consentire ai medici di percepire la bellezza e la tragicità della relazione con il paziente.
È con un decalogo, che si diventa più umani? si domandano Giusti Venuti e Alessandro Bergonzoni – Che senso ha parlare di umanizzazione (delle pratiche e delle istituzioni) se non si crea, prima, uno spazio-tempo in cui queste questioni vengano assimilate non come una pesante aggiunta teorica da mandare a memoria ma come un necessario cambiamento di prospettiva?
Riteniamo aggiungono che lindagine intorno a questioni cruciali e interdisciplinari (rapporto mente/corpo, salute/malattia, autonomia/responsabilità, sacralità/qualità della vita, secolarizzazione/spiritualismo) non possano essere affrontate in modo riduttivamente specialistico, sotto lurgenza di decisioni procedurali e giuridiche.
A fronte di questo, lidea partita appunto in Sicilia – è, invece, di muovere da un concetto di ricerca come lavoro che tiene in equipe, che veda insieme scienziati e artisti, sinergia cui tocca il compito etico di ripensare la formazione come costruzione culturale paziente che, distendendosi nel tempo e ancorandosi al potere trasformativo delle arti, possa innescare una maggiore consapevolezza. Da qui, la collaborazione, la relazione fra scienza e arte. Nel nome di unetica nella relazione fra medico paziente che non resti soltanto sulla carta.
Detriti ovunque e un furgone totalmente distrutto. A terra il corpo senza vita di una…
Un grave incidente stradale si è verificato intorno alle 19 lungo la tangenziale di Catania…
Un bimbo di dieci mesi è caduto dalla culla a casa e i medici della…
La Protezione civile regionale ha diffuso un avviso per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico in Sicilia,…
I giudici del tribunale di Palermo, presieduti da Franco Messina, hanno dichiarato prescritta l'accusa di peculato nei confronti…
La peculiarità della storia è che non è qualcosa di statico, ma cambia, si evolve,…