Il Sanremo de La Rappresentante di Lista «Il festival, una fiction Rai e a marzo il tour»

«Sei così forte che ti racconterò», lo canta Rancore, mentre sul palco del teatro Ariston di Sanremo canta guardando negli occhi Veronica Lucchesi, voce de La Rappresentante di Lista, invitati a Sanremo proprio dal rapper romano per la serata dei duetti. Una prima assoluta per la band palermitana, che si sta ritagliando uno spazio sempre più ampio nel panorama musicale italiano e dopo la partecipazione al concertone del primo maggio a Roma trova ribalta sul palco più famoso e discusso d’Italia. 

«È stata un’esperienza positiva da decine di punti di vista – racconta a MeridioNews Dario Mangiaracina, chitarrista e tra i fondatori, insieme a Vero sqnica, della band – Molto emozionante, ho voluto pensare al fatto che fosse un palco, che fosse un posto in cui la tua chitarra, nel mio caso, ti salva, ti dà sicurezza. Quello che fai lì sopra è quello che abbiamo fatto per un sacco di tempo in tour, anche se c’è tutto l’aspetto legato alla mitologia di Sanremo. 2020 è stata capace di portare un’attitudine su quel palco così importante che può anche metterti in difficoltà». 

Il brano su cui hanno duettato è stato Luce di Elisa, una canzone che il festival è stato in grado di vincerlo e che è stata riproposta nella terza serata della kermesse completamente smontata e ridisegnata da Rancore, che ne ha stravolto il testo e la storia. «L’idea di Tarek (Rancore ndr) è stata quella di trasformare il brano – continua il chitarrista della RDL – e aveva bisogno di una cantante che avesse un’attitudine potente per interpretare la luna tanto dal punto di vista vocale, quanto da quello teatrale, per inscenare sul palco questa canzone per come se l’era immaginata: con lui che era un marinaio in mezzo al mare che faceva questa sorta di monologo alla luna, tanto che il vestito di Veronica era quasi un costume di scena. Io invece interpretavo la notte».

E anche l’abito di Veronica Lucchesi, disegnato da Mattia Piazza di Casa Preti, stilista giovane e di grande prospettiva, ha fatto molto discutere. «Sull’outfit internet si è spaccato, tra chi paragonava la decorazione dell’abito a delle cuffiette e chi a delle luci di natale. Ma anche questo ci piace – dice ancora Dario – Una delle cose più belle da vivere al festival è tutto il resto: il dietro le quinte, muoversi nei camerini, andare in sartoria, conoscere le sarte, i tecnici, vedere come si muovono durante la diretta, tutti i grandi momenti dei fan che tendono ad assalire gli hotel e anche a noi capitava di doverci fare strada tra i ragazzi, anche se non abbiamo la stessa folla di Elettra Lamborghini».

Insomma, nel 2020 c’è un po’ di Palermo che brilla nello show più seguito e commentato di tutto il Paese e nella serata che ha generato la rottura tra Bugo e Morgan, che per un paio di giorni è stata la notizia che più di ogni altra ha tenuto in apprensione il pubblico di tutte le età. Una Palermo egregiamente rappresentata da una band in piena ascesa, dal sound riconoscibile, con una presenza scenica impressionante e non solo: «La prossima settimana esce una serie Tv, il Cacciatore, su Rai2, in cui Veronica interpreta il personaggio di una cantante e per cui abbiamo riarrangiato alcune canzoni del nostro disco Go go diva. E poi c’è il tour, che inizia il sette marzo, anche se purtroppo ci sono poche date al Sud, ma questo è un problema che tutte le band che girano stanno riscontrando».