Il rettore in visita a “Radio Zammù”

«L’Università di Catania sta abbastanza bene ma potrebbe, senza dubbio, stare meglio. Come l’intero sistema accademico italiano d’altronde».

Ha esordito così il rettore dell’Università di Catania Antonino Recca, ospite questa mattina – a quasi due mesi dal suo insediamento – della redazione di Radio Zammù, il programma radiofonico nato dal “Laboratorio sulla Radio sul web” organizzato dalla facoltà di Lingue nell’ambito del Medialab, e realizzato interamente dagli studenti (si può ascoltare all’indirizzo Internet www.radiozammu.it).

«Ci siamo già messi al lavoro – ha precisato poi – per rafforzare quelli che riteniamo essere i punti nevralgici di un sistema che vuole rimettersi in buona salute: la didattica e la ricerca scientifica». È di pochi giorni fa infatti la notizia che l’ateneo di Catania è – secondo la classifica stilata dal “Sole 24 ore” – al terz’ultimo posto per produttività scientifica (pubblicazioni, brevetti, risultati ottenuti), mentre è ad un livello medio-alto per quanto riguarda la capacità di attrarre fondi: «Questo significa che abbiamo una buona credibilità internazionale – ha spiegato Recca nel corso della diretta durata mezz’ora e condotta dal giornalista Gianluca Reale – che consente di attivare progetti di qualità, ma i risultati non sono purtroppo ancora altrettanto incoraggianti». Ancora sulla ricerca, il rettore ha posto inoltre l’importante questione dei dottorati: « I dottori di ricerca sono circa 10 mila ogni anno in Italia, ma di questi solo 2-3 mila riescono poi a proseguire la loro attività, pertanto – ha detto Recca – lavoreremo affinché le nostre Scuole di ricerca preparino i giovani per un futuro sempre più “fuori dall’accademia” e sempre più “dentro le imprese”».

L’iniziativa di Radio Zammù ha consentito anche agli studenti di rivolgere le proprie domande direttamente al rettore grazie al prezioso strumento del web: “Come la mettiamo con la questione della fuga dei cervelli?”. «Questa è una good question – ha detto Recca -. Il problema va risolto quando questi “cervelli” sono ancora “studenti”. Sono troppi quelli che dopo avere ottenuto il diploma di laurea di I livello scelgono di proseguire con la specialistica in altri atenei, per essere poi meglio accreditati nel mondo del lavoro. È nel momento in cui perdiamo gli allievi che mettiamo in fuga anche i cosiddetti cervelli». Per questo motivo la ricetta di Recca prevede in maniera imprescindibile anche la revisione della didattica. A cominciare dalla riorganizzazione delle classi di laurea e dalla revisione dei curricula formativi – «che spesso hanno nomi molto appetibili ma finalità da rivedere» – fino alla rimodulazione delle ore frontali di lezione dei docenti, che spesso sono eccessive, finendo involontariamente per causare perdita di produttività e di efficacia per gli studenti stessi.

“Numero programmato? No grazie”. È questa invece la posizione del rettore in merito alla questione del sovraffollamento delle aule universitarie: «Non possiamo chiudere le porte ai giovani e precludere agli studenti che vogliono migliorare il proprio bagaglio culturale la possibilità di iscriversi all’Università. A costo di dovere affrontare il problema di coloro che “rimangono parcheggiati” nelle aule per la cronica mancanza di occupazione. È quello il problema reale che dobbiamo fronteggiare: gli sbocchi lavorativi che offriamo loro».

Antonino Recca non ha fatto mancare a Radio Zammù neanche un piccolo scoop: ha rivelato infatti che a gennaio ben due ministri del Governo saranno ospiti dell’Università di Catania. A proposito di questo, “Rettore, può spiegare la posizione “delicata” che lei ha assunto recentemente nei confronti della Conferenza dei rettori dopo la decisione della Crui di non invitare esponenti del Governo a manifestazioni universitarie per protestare contro la manovra Finanziaria?”. «Beh – ha risposto -, non essendo potuto andare di persona a spiegare perché ero contrario a quella chiusura, ho voluto comunque esprimere la mia obiezione perché ritengo che sia il dialogo costante e proficuo con le Istituzioni l’unica via percorribile per affrontare i problemi, pur gravi, che oggi l’Università ha. E poi – ha aggiunto scherzando – perché avevo già invitato i due ministri.».

Che il rettore Recca privilegi la “comunicazione esterna” come canale per “arrivare” ai suoi interlocutori è indubbio, lo ha ribadito anche questa mattina senza fare mistero dell’importanza che conferisce all’informazione come via per promuovere l’Università, garantendo la trasparenza degli obiettivi. Ma che il suo auspicio per la radio che lo ospitava questa mattina arrivasse fino a promuoverla a “radio d’Ateneo”, questo probabilmente non se lo aspettavano neanche i ragazzi della redazione: «Il mio pensiero di Natale per tutti gli studenti è una porta sempre aperta alle loro richieste e alle loro proposte; il mio augurio per questo progetto, nato grazie ai nostri studenti, è perciò che Radio Zammù smetta di essere solo una radio “di facoltà” e raggiunga sempre più tutti gli appartenenti alla nostra comunità universitaria».

ireneali

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